
Vigarano, l’edificio di culto fortemente danneggiato dalle scosse era un simbolo del sisma 2012. La festa domenica, giorno del patrono. Il parroco: "Grande lavoro ma ci ha aiutato la Provvidenza".
Vigarano non dimentica. Ma oggi, finalmente, sorride. Con la sua chiesa ritrovata, il paese riconquista un pezzo della propria anima. Una ferita aperta, il sisma del 2012. Il cantiere – il costo è di 1.151.554 euro – è terminato 6 mesi prima, dopo 2 anni di intervento. Dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria, la chiesa riaprirà domenica alle 10.30 con la messa presieduta dal vescovo Gian Carlo Perego. Una doppia festa in occasione delle celebrazioni per Sant’Antonio, patrono di Vigarano. "Ho toccato con mano – spiega don Paolo Galeazzi – la collaborazione di tutti ma anche l’aiuto della Provvidenza e di nostro Signore che ci ha mandato persone competenti e volontari".
"Abbiamo ritrovato il catino absidale di Medini, spettacolare opera liberty che senza immagini sacre ha riprodotto il Paradiso con gioia e armonia. Un’opera rara e preziosa – spiega l’architetto Tonino Persi, direttore dei lavori –. Abbiamo riscoperto anche le coperture e le capriate originali decorate del 1700 ritrovando perfino la scritta della data. Abbiamo anche potuto scoprire che la statua ora in terracotta com’era in origine, posizionata sulla facciata della chiesa, non è Maria ma sua madre Anna, rappresentata incinta. Altra opera rarissima. Oltre al restauro e al recupero sismico abbiamo dunque potuto restituire una parte della storia alla comunità. I fondi pubblici che ci sono stati dati sono il sacrificio degli italiani, andavano rispettati e siamo stati parsimoniosi – continua –. Le panche dovevano essere buttate ma sono dei vigaranesi dal 1920 e le abbiamo restaurate risparmiando 20.000 euro. Con il legno rimasto del cantiere abbiamo pensato di fare la parte legata al rinnovamento dell’arredo absidale, coprendo altare e ambone in attesa di poter fare l’acquisto. Nel togliere il basamento, infine, con i pezzi di marmo ho realizzato una croce. Nulla è andato buttato. Nel cantiere l’azienda Lithos ha fatto lavorare un capocantiere e 4 operai, tra loro anche dei musulmani, che hanno operato con la consapevolezza di cosa stavano realizzando e con il rispetto del luogo. Una chiesa che era ferita, con 30 centimetri di guano a terra". E’ stato monsignor Stefano Zanella, dell’ufficio tecnico dell’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, a sottolineare in questi interventi, il ritorno della Chiesa ad essere committente. "Con questa nuova apertura – le sue parole – viene consegnato non solo un logo di fede ai vigaranesi ma anche un dono alla storia dell’arte". E’ lo stesso sindaco Davide Bergamini a rimarcare l’importanza del momento soprattutto per le giovani generazioni, con ragazzi tra i 13 e 18 anni che ora potranno conoscere la loro chiesa. "Una chiesa che finalmente riapre ma che ha ancora bisogno dell’aiuto della comunità – ricorda don Paolo Galeazzi –. Rimangono ancora i restauri dei due affreschi che sono a lato del presbiterio, la cappella del Santissimo, il prezioso organo monumentale del ‘700. Speriamo che la Provvidenza e la comunità ci aiutino". Riapertura accompagnata da diversi eventi illustrati da don Paolo e dalla Pro Civitate. Domani, alle 21, la presentazione dei lavori di ristrutturazione; venerdì, alle 21.30, il concerto del coro e orchestra ‘Immacolata’ nella chiesa restaurata. Sabato, alle 20, la tavolata con paella e sangria. Poi spettacolo di ballo. Domenica esposizione di Vespa e Ciao e alle 21 Viadotto Vasco Rossi tribute band, mercatino sabato e domenica.
Laura Guerra