di Federico Di Bisceglie
Provate a togliere a un adolescente il cellulare dalle mani. Magari forzandolo a non farne uso per un po’ di giorni. La reazione sarà "assimilabile a quella di un drogato in crisi d’astinenza". Uno spettro, quello dell’abuso del web, che sta letteralmente distruggendo le nuove generazioni. Ed è questa la tesi sviluppata all’interno del libro di Andrea Cangini, giornalista e segretario generale della fondazione Luigi Einaudi che l’altro giorno è stato ospite dell’iniziativa organizzata dall’associazione Ferrara Cambia, presieduta dall’assessore Andrea Maggi. Il titolo del volume (edito da Minerva) è emblematico: ‘Coca Web. Una generazione da salvare’. Oltre all’introduzione dell’autore, il libro raccoglie gli atti dell’indagine conoscitiva sul rapporto tra la tecnologia digitale e gli studenti avviata proprio da Cangini durante la sua esperienza da senatore nella scorsa legislatura. "Per la prima volta nella storia dell’umanità – così Cangini – le nuove generazioni mostrano un quoziente di intelligenza inferiore a quello delle generazioni che le hanno precedute. Calano le facoltà mentali dei più giovani, aumenta il loro disagio psicologico. Ansia, stress, depressione, disturbi alimentari, autolesionismo e aggressività sono problematiche sempre più ricorrenti tra giovani e giovanissimi".
Non è un teorema precostituito e antimoderno, tiene più volte a rimarcare l’autore (stimolato nel dibattito dal capo della redazione estense del Carlino, Cristiano Bendin), bensì "le relazioni di autorevoli esponenti della comunità scientifica che sono stati auditi in Senato". Da Manfred Spitzer a Lamberto Maffei, finendo con Alessandra Venturelli e Raffaele Mantegazza, tanto per citarne alcuni. Ma al di là dei disagi psichici, l’abuso del web delle giovani generazioni si riflette anche sul rendimento scolastico. E questi effetti hanno anche a che fare con il metodo e gli strumenti dell’apprendimento. "La West Point Academy – spiega Cangini – dopo uno studio che ha coinvolto diversi ragazzi, ha dimostrato che il rendimento di coloro che avevano frequentato lezioni con mezzi digitali hanno avuto un rendimento drasticamente inferiore a quelli che avevano frequentato il corso di studi seguendo il vecchio metodo della carta e della penna". Insomma per le giovani generazioni "lo smartphone è un’appendice corporea" e l’utilizzo distorto dei social ha portato "a una crescita di suicidi tra gli adolescenti". Ma se il danno è senz’altro grave per i giovani, non va meglio tra gli adulti. Siamo arrivati al punto, dice Cangini, che il web in alcuni casi rappresenta "la vita stessa delle persone". Tanto da "anticiparne anche i desideri". Cangini per formazione e cultura si professa contrario a ogni forma di divieto anche se, per l’utilizzo del web e dei social tra gli adolescenti, farebbe un’eccezione. Il punto, chiude, "è che le leggi ci sarebbero anche, ma vengono regolarmente disapplicate". Una giungla, molto pericolosa.