"Impianto di Biometano, dai cittadini dubbi leciti"

Campo democratico interviene sulla proposta di realizzare una centrale "Il Comune assicuri controlli su cattivi odori e rumori emessi. Chiarezza sul traffico"

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"L’impianto per la produzione di biometano che la società Apis Fe 1 vuole realizzare a Villanova sta incontrando una forte opposizione dei residenti nella frazione e nei borghi circostanti". Così gli esponenti di Campo Democratico intervengono sulla polemica sulla costruzione dell’impianto di biometano. "La società – si legge nel comunicato –propone di produrre otto milioni di mc standard di gas all’anno, 140 mila tonnellate di materiali movimentati all’anno, 13.680 (viaggi di) camion e trattori stradali con carichi medi di oltre 10 tonnellate (ma con frequenti punte fino a 36) sulla via Pomposa e su lunghi chilometri di viabilità minore, con una concentrazione nei mesi di agosto e settembre destinati a sopportare quasi un terzo dei viaggi previsti". A fronte della crescente opposizione dei cittadini, "in gran parte determinata proprio dalle previsioni di traffico pesante e dall’impatto che esso avrebbe sulla mobilità e la tenuta della rete stradale – proseguono – il Comune fa sapere, tramite la stampa locale, che l’azienda Apis Fe 1 sarebbe disponibile a realizzare un impianto dimezzato, proprio in conseguenza dello stop all’iter organizzativo imposto dal Comune nei mesi scorsi". "Se non si tratta solo di chiacchere da bar o di una astuzia per ridurre l’opposizione delle famiglie residenti – spiegano – , il Comune dovrebbe dare risposta ad alcuni interrogativi. Se Apis Fe 1 fosse disponibile a dimezzare l’impianto originariamente proposto, dovrebbe avere presentato o avere in fase di elaborazione un nuovo e diverso progetto. Esiste tale nuovo progetto? Il Comune ne è a conoscenza? A che punto è l’iter del progetto “dimezzato”? tornerà in Consiglio comunale? E con i cittadini di Villanova che progetto si discuterà (se effettivamente, come afferma il vicesindaco, i cittadini verranno coinvolti)?". Se risponde al vero, "che per il prossimo 10 agosto, Arpae ha convocato la Conferenza dei servizi decisoria in merito all’autorizzazione del progetto presentato da Apis Fe 1, quale progetto verrà discusso e approvato? Che cosa dirà il Comune di Ferrara, al quale spetta comunque di rappresentare interessi e volontà della propria comunità?". Nel progetto originariamente presentato, rilevano, "sono previste alcune opere di mitigazione e compensazione come una pista ciclabile per una spesa di 200 mila euro, qualche alberatura e qualche siepe, oltre, a detta del vicesindaco, qualche nuovo palo della luce in più e forse un parcheggetto in una frazione vicina. Si tratta di cifre che sembrano piuttosto modeste, data la dimensione fisica del progetto. Quali iniziative intende adottare il Comune per indurre la società proponente ad aumentare consistentemente tale cifra, specialmente in considerazione dello stress cui sarà sottoposto il sistema viabilistico locale?".

Inoltre, il primo progetto presentato prevede una serie di controlli "sulle puzze emesse (due volte all’anno per i soli primi due anni dall’entrata in funzione dell’impianto), sul rumore (controllo solo in fase di collaudo) e sulle emissioni in atmosfera (controllate “almeno” una volta l’anno): sicuramente si tratta di controlli da effettuarsi a norma di legge. Tuttavia il Comune non può ignorare che il timore di essere invasi da puzze e rumori molesti è la seconda ragione dell’ostilità dei cittadini all’impianto". Se il problema non è semplicemente "quello di dire si o no a impianti di questo tipo– chiudono – ma di gestirne la realizzazione con il migliore equilibrio possibile, non possiamo non notare che il Comune sembra assai latitante".