
Le irregolarità erano emerse nel corso di un primo controllo al quale erano seguite alcune prescrizioni. Il titolare non le ha però rispettate e i militari hanno fatto scattare il sequestro
La manomissione dell’impianto delle acque reflue è costata molto cara al titolare di un autolavaggio della città. A scoprire l’irregolarità sono stati i carabinieri forestali che, nei giorni scorsi, hanno sequestrato l’impianto. I sigilli sono scattati nel tardo pomeriggio di giovedì al termine di una lunga e complessa attività, conclusasi con l’esecuzione del sequestro.
In particolare, gli accertamenti hanno avuto inizio a febbraio, durante un servizio di controllo coordinato disposto dal comando provinciale dell’Arma, quando i carabinieri forestali hanno fatto accesso alla struttura adibita al lavaggio di autoveicoli per una normale attività ispettiva. Nel corso delle verifiche, i militari hanno potuto constatare la manomissione dell’impianto di riciclo delle acque reflue previsto dal provvedimento autorizzativo.
L’impianto è risultato indebitamente messo fuori uso attraverso il collettamento delle acque nere al sistema di fognatura pubblica. Tale escamotage avevano comportato l’emissione di prescrizioni a carico del titolare dell’attività, con l’obbligo di ripristino della piena funzionalità dell’impianto e la contestuale eliminazione dello scarico non autorizzato. Le prescrizioni non sono però state rispettate ed è così scattato un provvedimento più severo. I successivi controlli, effettuati alla scadenza del termine previsto, hanno infatti attestato che la situazione di non conformità era ancora presente, rendendo necessario l’emissione del provvedimento giudiziario cautelare.
Con l’esecuzione del sequestro, i carabinieri forestali hanno dunque reso inutilizzabile l’area dell’impianto collegata allo scarico ‘incriminato’, impedendo di fatto il protrarsi dell’attività illecita scoperto durante quel controllo.
re. fe.