L’immagine di una città immersa nei silenzi e avvolta nelle nebbie che hanno ispirato tanti illustri poeti, narratori e pittori costituisce un tratto identitario di Ferrara che dobbiamo gelosamente custodire se non vogliamo che essa venga travolta dalla più volgare tendenza alla omologazione in atto in gran parte delle città dell’area padana. Solo scelte urbanistiche culturalmente illuminate e lungimiranti possono conciliare il rispetto della personalità di una città con il bisogno dell’ammodernamento necessario ad assicurare benessere economico ai suoi abitanti. La salvaguardia degli elementi identitari, infatti, non giustifica l’insofferenza che per troppi decenni i governanti di Ferrara hanno dimostrato nei confronti di chiunque manifestasse l’interesse a intraprendere, ad investire, ad insediare attività produttive, nei limiti e nei modi previsti dalle norme.
Per troppo tempo nel secondo dopoguerra, nelle istituzioni ferraresi si è respirata un’aria di malcelata diffidenza, se non ostilità, nei confronti degli imprenditori. Un pregiudizio ideologico che ha fatto sì che tante attività economiche che avrebbero voluto insediarsi sul nostro territorio abbiano trovato altrove ambienti più aperti e sensibili. Solo questa è la ragione per la quale Ferrara è ritenuta, dal punto di vista economico, la cenerentola dell’Emilia Romagna. Da qualche tempo qualcosa sta cambiando: le piazze finalmente piene, le attività di ristorazione con i propri dehors vestono gli spazi aperti; la musica, i concerti con ospiti di richiamo nazionale e internazionale attirano cittadini e turisti. Certamente c’è ancora molto da fare. Un cosa però è innegabile: il cambio di governo nel Palazzo Municipale ha portato una ventata di freschezza, un dinamismo nelle attività cittadine finora sconosciuto.
Questo nuovo corso sembra dare i suoi frutti non solo nel centro urbano, ma anche nelle aree produttive urbanizzate. Il caso più significativo è costituito dalla conferma di questi giorni dell’arrivo di una nuova realtà imprenditoriale (la Ecoprogram Flotte) che sul nostro territorio intende investire, portando nuova occupazione: non solo una boccata di ossigeno, bensì un respiro vitale per Ferrara, frutto indubbiamente di interlocuzioni tra imprenditori volenterosi e amministratori capaci. L’insediamento di questa nuova attività produttiva, insieme alla presenza in questi giorni del regista Pupi Avati, dimostra che Ferrara sta diventando interessante per il mondo economico e continua ad essere fonte di ispirazione per gli artisti.
Il Gruppo Ferrara Nostra