Impresa al bancone: "Gli aiuti pubblici sono la chiave di volta per aprire i battenti"

Dopo una serie di no da parte dei privati, il bando del Comune. Così alcuni esercenti hanno avuto uno ’sconto’ sulla pigione. che ha consentito loro di riuscire a superare il periodo iniziale.

Impresa al bancone: "Gli aiuti pubblici sono la chiave di volta per aprire i battenti"
Impresa al bancone: "Gli aiuti pubblici sono la chiave di volta per aprire i battenti"

C’è Elettra Negrini, con il suo sorriso, dietro il bancone smaltato di bianco de ’La profumeria’, in piazza Cortevecchia. E’ questa una delle quattro attività che hanno beneficiato del bando del Comune che ha concesso un aiuto per l’affitto ai negozi che si trovano in spazi di proprietà pubblica, dell’amministrazione. Il taglio del nastro, ricorda Elettra mentre serve una cliente, il 28 maggio del 2022. Quando la rete del commercio del centro ha visto accendersi una vetrina. Non è la sola. Piero Baglioni, imprenditore, è anche lui beneficiario dell’affitto calmierato – si tratta di un canone progressivo – che viene applicato al suo negozio di borse e pelletteria. Molto probabilmente quella saracinesca in corso Giovecca non si sarebbe mai alzata senza la possibilità creata con il bando. A raccontare l’iter è lo stesso Baglioni, per 20 anni presidente degli ambulanti di Confesercenti, ancora all’interno dell’associazione di categoria. Dice: "Ho provato sulla mia pelle cosa vuol dire aprire un negozio e misurarsi con proprietari e affitti. Io per primo ho formulato, nel momento della trattativa, alcune proposte. Chiedevo loro in pratica di andarmi incontro per i primi tempi con affitti graduali, avrebbero rinunciato a parte del guadagno nella fase iniziale per poi avere un bel ritorno una volta avviato il negozio. Non c’è stato verso. Mi sono sentito dire da alcuni proprietari che non avrebbero mai calato il prezzo della pigione, piuttosto avrebbero preferito chiudere, tenere vuoto e abbandonato lo spazio".

E così è stato. "Molti degli immobili che ho visitato – riprende Baglioni – sono ancora vuoti. Questo comporta un rischio, perché una struttura se lasciata a se stessa va verso il degrado, si ammalora. Gli infissi risentono dell’usura, i muri se non c’è il riscandamento si rovinano. Eppure non c’è stato verso di chiudere una trattativa, di trovare un accordo. Poi ho saputo del bando del Comune. Grazie a quel progetto sono qui, ho potuto aprire i battenti". "Senza un aiuto pubblico – interviene Matteo Fornasini, assessore del Comune di Ferrara –, quelle attività probabilmente non ce l’avrebbero fatta, troppe le difficoltà. Dobbiamo seguire la stessa strada per il privato, magari con un protocollo che impegna noi, camera di commercio, associazioni dei proprietari".

Mario Bovenzi