FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

In ordine sparso verso il voto: "Anselmo non è il nostro candidato"

Davide Stabellini, segretario provinciale del Psi, è perentorio: "Puntiamo sul nome di Laura Calafà. Dialogo con la parte liberal-socialista e con i civici che siedono al Tavolo dell’Alternativa per sostenerla".

"Fabio Anselmo non è il nostro candidato e stiamo dialogando con la parte liberal-socialista e con i civici che siedono al Tavolo dell’Alternativa per sostenere la nostra candidata che è Laura Calafà". Davide Stabellini, segretario provinciale del Psi si prepara a partecipare alla riunione di questa sera (ieri, ndr). Ma ha già le idee ben chiare. All’esito del dibattito che c’è stato sui giornali in questi giorni è sempre più evidente che le sensibilità del Tavolo sono inconciliabili. Anche perché, come riflette il socialista, "gli scenari cambiano giorno dopo giorno". Sulla scelta della candidatura da presentare in alternativa al sindaco uscente, Alan Fabbri, Stabellini rivendica la linea della coerenza. "Nel corso delle interlocuzioni che abbiamo avuto in questi mesi con le altre forze politiche – dice – noi abbiamo sempre sostenuto l’esigenza di candidare una donna, in discontinuità con il passato. Per cui, per noi la proposta di Calafà era valida allora ed è valida ancora adesso". Certo, in queste settimane un po’ di cose sono cambiate. E ormai evidente che Anselmo sia intenzionato a scendere nell’agone. Tra l’altro uno dei temi sui quali l’avvocato si sta esprimendo con durezza, attaccando anche l’amministrazione, è quello della probabile apertura del Cpr in città. Il rischio, secondo quanto dichiarato dall’avvocato al Carlino, è che venga aperta una "Guantanamo a Ferrara". Ma, al di là dei temi – su quali pare che invece il tavolo avesse trovato una convergenza tradotta in una bozza programmatica – è l’ipotesi stessa della candidatura di Anselmo che non viene digerita dai socialisti. "Nella sua prima uscita pubblica sulla stampa – ricorda Stabellini – l’avvocato dichiarò che la condizione necessaria per una sua candidatura doveva essere l’unità dei partiti di opposizione sul suo nome. È evidente che, giorno dopo giorno, il suo nome sia sempre più divisivo". La premessa è che "la sua candidatura è più che legittima, ci mancherebbe, ma non è unitaria". Nella cartuccera del segretario del Psi, c’è una pallottola anche per il Pd. "Un partito – osserva – che si sta dimostrando non in grado di prendere una decisione sulla candidatura, tanto più che in questa fase sembra profilarsi l’ipotesi di realizzare le primarie di coalizione". Se questa è la strada che verrà intrapresa "bisognerà poi vedere chi ci starà a farle". Cioè non è così scontata la disponibilità dei candidati a sottoporsi al ‘vaglio’ delle forze politiche in campo. E, soprattutto, il fattore tempo diventa sempre più determinante in una fase complessa come questa.