In prima linea per l’integrazione: "Tutori in cerca di una nomina, così possiamo aiutare i minori"

Fanno le veci dei genitori per ’ragazzi non accompagnati’. Appello al tribunale

In prima linea per l’integrazione: "Tutori in cerca di una nomina,  così possiamo aiutare i minori"

TnT, nata nel 2016, conta una ventina di soci

In questi giorni sta insegnando la lingua italiana ad un ragazzino straniero, passo fondamentale per superare l’’esame’ che consente di avere la cittadinanza italiana, patente di un nuovo paese, nuova patria alla quale appartenere. "Sapere bene la nostra lingua è un tassello cruciale per l’integrazione", dice Marzia Marchi, presidente di TnT – Tutori nel tempo. Ha preso il testimone di Paola Scafidi al vertice dell’associazione che ha un compito molto delicato. "In un certo senso quello che facciamo è ben spiegato dalla parola che ha dato il nome all’associazione. Siamo tutori, facciamo le veci dei genitori per quei ragazzini che hanno alle spalle vissuti non proprio facili, che cercano un riscatto". Che la società a volte nega. Un compito, il loro, che punta a disegnare la strada del futuro. Un compito che in questo momento ha davanti un ostacolo non da poco. "Per diventare tutori è necessario avere la nomina del tribunale, purtroppo questo iter è da anni in ritardo – spiega la presidente di TnT –. I ragazzi che sono disponibili a svolgere questo ruolo non vengono nominati, parliamo di due anni di attesa. A causa di questa situazione siamo fermi, non riusciamo a lavorare. Per sopperire a questo problema ci stiamo muovendo come associazione". Una storia che ha il sapore dell’altruismo quella di questo gruppo di volontari. TnT è nata nel 2016, conta una ventina di soci, persone che hanno risposto presente. I minori stranieri non accompagnati arrivano in genere dall’Albania, dal Magreb, dagli stati dell’Africa centro occidentale, dal Pakistan, dal Bangladesh. In questo momento l’associazione ne segue 24, tutti ragazzi che hanno in genere tra i 16 e i 17 anni. Alcuni di loro hanno alle spalle percorsi travagliati, escono dal mondo della microcriminalità, hanno commesso magari piccoli furti. Viene proposto un percorso di formazione, obiettivo farsi una nuova vita. "Non è facile fare formazione a questi ragazzi, il loro scopo prioritario è spesso quello di mandare soldi a casa, a quello puntano. E proprio per questo cercano qualsiasi lavoro, noi dobbiamo far capire loro l’importanza di avere un percorso fatto di conoscenza e legalità, l’unica strada per un’integrazione reale, vera". I tutori sono volontari, portano avanti quella che può essere considerata una missione. Per loro senza dubbio lo è. E lo fanno senza riceve soldi, gratuitamente. Per diventarlo è necessaria una specifica formazione, al termine della quale si viene iscritti a un elenco del tribunale dei minori di Bologna. L’associazione TnT offre assistenza e supporto ai tutori e a chi vuole diventarlo. Aspiranti già, che sono in attesa loro sì, di avere quell’attestato, che offre tutti i crismi per operare. "Una decina aspettano di avere questa nomina, da qui il nostro appello per cercare di risolvere questo ostacolo. I minori stranieri non accompagnati affluiscono sempre più numerosi sul nostro territorio. Vediamo ragazzi traumatizzati, con esperienze molto negative alle spalle. Il nostro lavoro richiede un forte impegno, non è facile entrare in contatto, conquistare la loro fiducia, far capire cosa significa legalità. Facciamo con loro un progetto di vita, il tutore è a tutti gli effetti un secondo genitore", precisa. In alcuni casi, diventa lui una nuova patria.