
La ‘ghost bike’ posizionata nel luogo in cui ha perso la vita un giovane ciclista
Ancora una volta Ferrara è stata attraversata da un corteo in bicicletta con un obiettivo cruciale: la sicurezza sulle nostre strade. L’ottava ‘Biciclettata per la sicurezza stradale’, tenutasi ieri, ha visto la partecipazione di oltre una trentina di ciclisti, evidenziando, spiegano gli organizzatori, "la consapevolezza e il desiderio di cambiamento da parte della cittadinanza". Organizzata da un fronte unito di associazioni e comitati – Caldirolo Libera, Co-Housing San Giorgio, Fiab, Forum Ferrara Partecipata e Koesione 22 – con il supporto della cooperativa Il Germoglio/Ricicletta, fornitrice delle ormai simboliche ‘ghost bike’, l’iniziativa ha puntato i riflettori su uno dei tratti stradali più critici della città.
Il percorso della biciclettata si è snodato lungo un segmento particolarmente insidioso di via Bologna, da via Krasnodar a Chiesuol del Fosso. "Questa zona – spiegano – è purtroppo tristemente nota per l’elevato numero di incidenti stradali, con una frequenza allarmante di investimenti che coinvolgono pedoni e ciclisti. La situazione è resa ancora più problematica dalla designazione di Chiesuol del Fosso come futura sede per diverse associazioni. Raggiungere questa frazione in bicicletta, infatti, è un’impresa rischiosa: un lungo tratto è privo di piste ciclopedonali e la banchina stradale è ridotta a un cumulo di buche, rendendola di fatto impraticabile per chi si muove in bici".
Momento toccante e di forte impatto emotivo è stato il deposito di una ‘ghost bike’ nel punto esatto in cui un giovane ciclista di soli diciotto anni, Angelo Andolfo, ha perso la vita, investito da un camion. Queste biciclette bianche, silenziose e solitarie, non sono solo un monito; sono il ricordo tangibile di vite spezzate, un grido muto che ci ricorda "l’urgenza di agire per rendere più sicura la città". Sono lì per scuotere le coscienze, per ricordare che dietro ogni statistica c’è una persona, una famiglia, un futuro interrotto.
"Le iniziative come questa biciclettata non sono semplici manifestazioni di protesta – proseguono –; mirano infatti a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza vitale della sicurezza stradale e sulla necessità di un’implementazione piena e urgente del Piano per la mobilità sostenibile. Se da un lato l’amministrazione pubblica ha il dovere di realizzare percorsi sicuri per gli utenti più vulnerabili e di intensificare controlli e sanzioni, dall’altro la sicurezza stradale è una responsabilità che ci chiama tutti in causa".
È fondamentale, concludono le associazioni, "promuovere una cultura del rispetto e dell’attenzione reciproca. Troppo spesso assistiamo a comportamenti irresponsabili: limiti di velocità ignorati, mancato rallentamento in prossimità degli attraversamenti pedonali, impazienza e aggressività verso ciclisti o veicoli più lenti. La strada è uno spazio condiviso e la vita di ognuno dipende anche dal comportamento altrui. Queste biciclettate sono un passo importante per ricordare a tutti che la sicurezza stradale è un diritto e un dovere".