FERRARA
Dieci le richieste di archiviazione che il pm Andrea Maggioni ha presentato al giudice nell’ambito del secondo filone di’inchiesta sulle cooperative di accoglienza dei migranti. Istanze che sono seguite alle spiegazioni che i titolari delle aziende coinvolte hanno fornito dopo avere ricevuto l’avviso di chiusura indagini. Spiegazioni risultate coinvincenti. Solo in tre casi, pur decidendo di chiedere l’archiviazione il pm Maggioni sottolinea "un comportamento discutibile sotto il profilo etico, ma non penalmente rilevante". Per tutti gli altri, la maggioranza, nessuna rilevanza penale e nessun appunto etico. Per questa ragione, il pubblico ministero Andrea Maggioni ha chiesto l’archiviazione delle accuse per dieci dei tredici amministratori finiti sotto inchiesta. L’indagine sulle cooperative – un secondo filone dopo il primo approdato a processo con i vertici della Vivere Qui – si era concentrata su conti e spese delle società che hanno gestito l’emergenza tra il 2018 e il 2019. L’attività aveva acceso i riflettori su presunte incongruenze tra i fondi pubblici ottenuti e quelli effettivamente spettanti alle varie società. La somma totale ammontava a circa due milioni di euro. Ma dopo la notifica della chiusura indagini, ogni singola azienda ha chiarito destinazione e utilizzo dei fondi. Così per dieci è arrivata la richiesta di archiviazione, mentre altre posizioni sono state stralciate.