Ferrara, l’inflazione galoppa nella sportina: ogni famiglia paga 2mila euro in più

Il balzo: +7% in un anno. Costo maggiore per l’acquisto di generi alimentari : maglia nera in Emilia

Inflazione a Ferrara

Inflazione a Ferrara

Ferrara, 11 agosto 2022 - E’ la storia del pollo di Trilussa che ritorna. Alla fine della favola qualcuno si mangia due polli, qualcun altro resta a boccasciutta. Ma per l’inclemente media hanno magiato un pollo a testa.

Così, nel confronto tra luglio di quest’anno con lo stesso mese del 2021, una famiglia media di Ferrara – formata dai matematici 2,3 componenti – ha speso in più per colpa dell’inflazione che ha ripreso a galoppare 1.861 euro. Se invece guardiano ai nuclei familiari che fanno parte della realtà e non del mondo dei numeri, la stangata su base annua per una famiglia di 4 componenti è di 2.426 euro.

Appena inferiore il salasso per il nucleo più diffuso nella nostra società dalle culle sempre più vuote, cellula che in genere – anche se ormai non è più una questione di genere – conta papà, mamma e appena un solo figlio. Qui il salto – sotto la spinta di un’inflazione che si è assestata su base annua nella nostra provincia sul 7,7% – nei dodici mesi è stato di 2,345 euro.

Che non sono pochi in questi tempi di crisi o comunque di timida ripresa, che stenta sotto i colpi del caro-energia e degli echi della guerra in un’Ucraina dietro l’angolo nel lievitare della benzina e della luce per il bagliore di missili e cannonate. L’elaborazione dei dati Istat sull’inflazione è tracciata dall’Unione nazionale consumatori (Unc) con il responsabile dell’ufficio studi Mauro Antonelli. ù

Cosa ha inciso di più nella nostra provincia, tradotto dove maggiore è stata la stangata? Ferrara, nella regione, conquista un amaro primato. Siamo primi – senza peli sulla lingua, quelli messi peggio – nel confronto in Emilia Romagna e con il dato nazionale per quello che è il tasto più dolente, la spesa alimentare. In questo settore l’inflazione ha toccato la soglia del 10,9, superando il dato dell’Emilia Romagna (9,7), quello di Bologna (10,2) e anche quello italiano che si assesta sul dieci. "Per le calzature – fa un esempio Antonelli – andate meglio. Ma sulle calzature posso tagliare, sulla spesa e quindi sull’acquisto di generi alimentari certamente no". In altri termini, bisogna pure mangiare. L’altra voce pesante è quella dell’energia, che comprende abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili. Qui l’inflazione non ha galoppato, si è proprio lanciata in una corsa sfrenata. Il salto sempre da luglio 2021 è stato di 24,8. Siamo poco sotto Bologna, superiamo ancora una volta la media dell’Emilia ed anche il dato nazionale che si assesta sul 24,7. Un aspetto confortante, siamo andati meglio di tutti alla voce trasporti (12,3 contro il 12,7 in media dell’Emilia Romagna).

In Italia, per valutare meglio il nostro salto in percentuale, va considerato che l’inflazione per questa categoria si è assestata al picco di 13,9. L’Unione nazionale consumatori con il responsabile dell’ufficio studi analizza anche un altro capitolo, quello della ristorazione e dell’accoglienza. Qui siamo a 6,8, dato molto sotto Bologna che si trova ad una percentuale di 8,7. I limitati rincari tra tavolini e bancone possono dare impulso ed essere indica tori della ripresa, con prezzi rimasti più o meno fermi proprio per il forte afflusso nei ristoranti e bar. "Un dato che va esaminato in tutte le sue sfaccettature, va tenuto presente anche l’arrivo di turisti magari legato ad eventi", dice l’Unc che comunque precisa: "L’inflazione è sempre negativa, perché riduce il potere d’acquisto delle famiglie".