
Continua il botta e risposta sui fatti del Bassi Burgatti, la preside: "Un Consiglio di classe per chiarire". Il senatore di Fd’I: "Il ragazzo non ha partecipato agli episodi disdicevoli. Il simbolo di As? Non è fascista".
Da una parte la versione del senatore Alberto Balboni, secondo cui una docente avrebbe trattenuto il cellulare a un giovane soltanto perché esponente di Azione studentesca. Dall’altra quella della preside, che parla di un’insegnante costretta a intervenire con una nota per alunni che intonavano cori e inni a Hitler e Mussolini. In mezzo, il sindaco che parla di "strumentalizzazione" da parte del parlamentare. Continua la polemica sui fatti dell’istituto Bassi Burgatti, vicenda sollevata l’altro ieri dal parlamentare di Fratelli d’Italia. A tornare sull’argomento è proprio il senatore. "Il ragazzo di Azione Studentesca non ha preso parte ai fatti disdicevoli esposti nella nota data alla classe – afferma –. Anzi, è rimasto in silenzio al proprio posto, mentre erano altri che facevano confusione. Un ragazzo da 10 in condotta. Mai si sarebbe sognato di inneggiare a Hitler o Mussolini, di mimare atti sessuali o altro. La nota all’intera classe è quindi ingiusta". E torna sul fatto. "Il punto è che l ‘atto di rifiutare la restituzione del cellulare al ragazzo è stato commesso alla fine della lezione – prosegue –. È vero che i cellulari erano depositati in una vaschetta, ma quando gli studenti sono andati a riprenderseli, a tutti è stato consentito tranne al ragazzo di Azione Studentesca. L’insegnante ha trattenuto nelle proprie mani soltanto il suo, motivando questo gesto arbitrario con il fatto che sul telefono c’era un simbolo ‘fascista’. Affermazione non vera, visto che la croce bretone non è mai stata utilizzata da movimenti riconducibili al fascismo. Il ragazzo ha tentato di spiegare che non era vero, che quello era il simbolo di As, cioè di un movimento giovanile di destra assolutamente democratico, ma l’insegnante non ha voluto sentire ragione. Su questo comportamento antidemocratico e antieducativo mi sarei aspettato una presa di distanza da parte della dirigente".
Fa da contraltare la voce della dirigente. "Sto facendo i passaggi a me necessari per capire l’accaduto – spiega Annamaria Barone Freddo –, ho chiesto alla professoressa di relazionare per iscritto su cosa sia successo. Mi ha inviato la relazione che sto esaminando e ho convocato il consiglio di classe per venerdì, anche su richiesta dei genitori che vogliono che si prendano provvedimenti per il comportamento tenuto dai ragazzi. Ho aperto l’istruttoria per capire cosa sia accaduto e ascolteremo anche i ragazzi. Solo sentendo tutti, potrò sapere cosa sia realmente successo".
Sull’accaduto spende qualche parola anche il sindaco Edoardo Accorsi. "Le nostre scuole sono casa di democrazia e libertà d’espressione, non casa per richiami a Hitler e Mussolini – afferma –. Esprimo mio sostegno alla docente che è intervenuta. Preoccupante e inaccettabile l’attacco di un senatore della Repubblica a un’insegnante per aver fatto bene il proprio lavoro, senza prima sincerarsi realmente dell’accaduto. Strumentalizzare politicamente quanto accaduto lo trovo di pessimo gusto. Tra l’altro sbattendo un minorenne e un insegnante alla ribalta della cronaca nazionale, senza alcuna premura. Sono il primo a difendere la libertà d’espressione ma qui siamo di fronte a qualcosa di ben più grave. Ai ragazzi dico: la scuola è e deve essere casa di democrazia e libertà d’espressione anche politica".