MARIO BOVENZI
Cronaca

Invasione di fenicotteri nelle risaie, gli agricoltori: “Distrutto l’80% del raccolto, facciamo rumore per scacciarli”

Clacson e fari, ronde in auto la notte: “Abbiamo utilizzato anche i cannoncini che fanno il botto”

Invasione di fenicotteri nelle risaie, gli agricoltori: “Distrutto l’80% del raccolto, facciamo rumore per scacciarli”

Ferrara, 26 maggio 2025 – Alle nove della sera si profila all’orizzonte quella nuvola rosa nell’ultima luce del giorno. Girano in tondo, si abbassano, planano. Uno spettacolo meraviglioso che toglie il sonno agli agricoltori che producono quei fili di riso. Se si salveranno un’onda gialla nei campi.

Un fenicottero e, nella foto piccola, Giampaolo Cenacchi, vicepresidente del Consorzio Riso del Delta del Po
Un fenicottero e, nella foto piccola, Giampaolo Cenacchi, vicepresidente del Consorzio Riso del Delta del Po

“Abbiamo perso l’80% del raccolto”, parole amare quelle di Giampaolo Cenacchi, risicoltore, vicepresidente del Consorzio Riso del Delta del Po, presidente regionale dei risicoltori di Confagricoltura. “Qui siamo noi a rischiare l’estinzione, chi da generazioni continua a difendere questa coltura”.

A mali estremi, estremi rimedi. Cenacchi ha fatto squadra con i colleghi. “Non dormiamo più, vegliamo”, annuncia. Quando vedono quella nuvola farsi più grande salgono nelle auto, suonano clacson, sparano con le scacciacani, gli abbaglianti verso le piantine di riso, lampeggiano per salvarle. “Facciamo le ronde la notte o la mattina presto, ci alziano alle cinque e partiamo. L’obiettivo è quello di fare più rumore possibile, per farli decollare e andare via”. Un giro largo e giù, nella risaia del vicino. “Proprio per questo ci siamo uniti, per difendere tutte le nostre vasche”.

Si nutrono di molluschi, insetti e piccoli crostacei. Meraviglia negli specchi d’acqua. “Che belli”, clic di gioia dei turisti. Non c’è gioia invece tra gli agricoltori, perché nella ricerca del cibo ’arano’ il terreno, addio riso. “La Regione non può limitarsi a dare quei quattro soldi per i semi persi, è una devastazione. Il fenicottero, ultima goccia tra siccità e bombe d’acqua”.

Notti d’ansia, occhi puntati alle finestre. “Abbiamo utilizzato i cannoncini che fanno il botto, li abbiamo messi la notte. Ma poi la gente protesta”. Sentire quegli scoppi, sobbalzi nel sonno, non è piacevole. Lungo gli stradelli delle risaie, ruote che affondano in quelle strisce di terra strette tra le vasche, colpi a salve nel buio. Quasi un film, guardie e ladri. Agricoltori e fenicotteri che puntuali come il destino ogni notte vengono giù. “La chiamiamo la planata del fenicottero, un incubo”, interviene Claudia Guidi, vicepresidente Confagricoltura Ferrara, presidente giovani di Confagricoltura Emilia Romagna. “Il mese di maggio è quello più delicato per le risaie. E’ loro arrivano dal cielo a spazzare via futuro e reddito”.

Una pausa, una riflessione. “Qui siamo davanti ad una dicotomia. Da una parte, gli agricoltori che devono portare avanti le loro aziende, dall’altra una specie e il turismo. I fenicotteri sono uno spettacolo unico, il loro rosa nel Delta una magia rara che attrae migliaia di visitatori. Vanno tutelati entrambi questi mondi”. Un appello. “La Regione deve dare risarcimenti adeguati, è l’unico modo per preservare una coltura che in pochi anni si è dimezzata”.

Comacchio, le saline. “Siamo nell’occhio del ciclone, al centro delle loro rotte”. A rischio le produzioni a Lagosanto, Ostellato, Jolanda, Berra, Codigoro. Non ne vuole sapere di andare in giro la notte con l’auto Massimo Piva, risicoltore, vicepresidente Cia. “E’ pericoloso”. La soluzione? “La produzione interrata, sotto un velo di terra. Ma anche così non è per niente facile”. Le 21,30, ci risiamo. Cenacchi vede l’onda rosa avvicinarsi. Una notte in auto, la mano sul clacson.