Dal prossimo anno parte la nuova politica agricola comunitaria 2023-27. Il ricambio generazionale rappresenta anche a Ferrara una delle maggiori sfide per la nostra agricoltura. Dalle prime elaborazioni del censimento Istat del 2020 emerge che in Italia solo il 13,4% dei titolari di impresa agricola è sotto i 44 anni. Una percentuale in forte calo rispetto alla rilevazione di dieci anni prima (erano il 17,6%) e che testimonia il fallimento dell’impegno per un’agricoltura più giovane dalla vecchia politica agricola comunitaria. Crescono leggermente quelle condotte da under 35, passate dal 7,3% al 7,6% del 2022 secondo i dati UnionCamere, ma anche in questo caso siamo lontani dalla media europea, pari a circa 11%.  "Sono dati che, senza un deciso cambiamento di rotta, preludono a un progressivo declino – commenta Roberta Prandini, socia assieme ad altri 3 fratelli della Azienda Agricola "Il Serraglio" di Poggio Renatico - Anche perché le aziende gestite da giovani sono quelle che si caratterizzano per il più elevato grado di capitalizzazione e di propensione per l’innovazione, e gli aiuti, già previsti per i prossimi anni con la nuova Pac sembrano calare". Roberta Prandini, 37 anni, sposata e mamma di due bambini, con laurea in sociologia presso l’Università di Bologna è una delle pochissime rappresentanti di un settore, l’allevamento, ancora operative in provincia di Ferrara. Conduttrice assieme ai fratelli del moderno allevamento di vacche da latte (circa 250) con terreni coltivati per l’alimentazione degli animali si occupa principalmente della filiera legata alla riproduzione dell’animale, dalla fecondazione, al parto e all’intero ciclo del latte gestendo anche l’aspetto amministrativo dell’azienda agricola.  "Il periodo è difficile – spiega Prandini - soprattutto per l’aumento delle materie prime, per l’approvvigionamento della soia e delle farine di mais che sono praticamente raddoppiate di prezzo. Servono investimenti per contenere i costi ma per il momento non abbiamo in previsione nuovi interventi. Cerchiamo di contenere i costi elettrici gestendo al meglio l’efficienza dell’allevamento ma guardiamo con preoccupazione al prossimo futuro. Vedremo cosa ci porterà il 2023 con la nuova Pac". " E’ necessario ripensare l’agricoltura usando la chiave della sostenibilità, del miglioramento delle prestazioni ambientali, - sottolinea Prandini - come noi lo stiamo facendo già da anni in azienda, come leva per lo sviluppo e la competitività".  Lauro Casoni

Cronaca

Dal prossimo anno parte la nuova politica agricola comunitaria 2023-27. Il ricambio generazionale rappresenta anche a Ferrara una delle maggiori sfide per la nostra agricoltura. Dalle prime elaborazioni del censimento Istat del 2020 emerge che in Italia solo il 13,4% dei titolari di impresa agricola è sotto i 44 anni. Una percentuale in forte calo rispetto alla rilevazione di dieci anni prima (erano il 17,6%) e che testimonia il fallimento dell’impegno per un’agricoltura più giovane dalla vecchia politica agricola comunitaria. Crescono leggermente quelle condotte da under 35, passate dal 7,3% al 7,6% del 2022 secondo i dati UnionCamere, ma anche in questo caso siamo lontani dalla media europea, pari a circa 11%. 
"Sono dati che, senza un deciso cambiamento di rotta, preludono a un progressivo declino – commenta Roberta Prandini, socia assieme ad altri 3 fratelli della Azienda Agricola "Il Serraglio" di Poggio Renatico - Anche perché le aziende gestite da giovani sono quelle che si caratterizzano per il più elevato grado di capitalizzazione e di propensione per l’innovazione, e gli aiuti, già previsti per i prossimi anni con la nuova Pac sembrano calare". Roberta Prandini, 37 anni, sposata e mamma di due bambini, con laurea in sociologia presso l’Università di Bologna è una delle pochissime rappresentanti di un settore, l’allevamento, ancora operative in provincia di Ferrara. Conduttrice assieme ai fratelli del moderno allevamento di vacche da latte (circa 250) con terreni coltivati per l’alimentazione degli animali si occupa principalmente della filiera legata alla riproduzione dell’animale, dalla fecondazione, al parto e all’intero ciclo del latte gestendo anche l’aspetto amministrativo dell’azienda agricola. 
"Il periodo è difficile – spiega Prandini - soprattutto per l’aumento delle materie prime, per l’approvvigionamento della soia e delle farine di mais che sono praticamente raddoppiate di prezzo. Servono investimenti per contenere i costi ma per il momento non abbiamo in previsione nuovi interventi. Cerchiamo di contenere i costi elettrici gestendo al meglio l’efficienza dell’allevamento ma guardiamo con preoccupazione al prossimo futuro. Vedremo cosa ci porterà il 2023 con la nuova Pac". " E’ necessario ripensare l’agricoltura usando la chiave della sostenibilità, del miglioramento delle prestazioni ambientali, - sottolinea Prandini - come noi lo stiamo facendo già da anni in azienda, come leva per lo sviluppo e la competitività".
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