"Io, Marcell e quella passione per l’atletica"

Magnani, manager del campione olimpico Jacobs, ha raccontato la sua avventura al Lions di Ferrara

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I due terzi degli atleti convocati per la nazionale di atletica fanno parte della sua scuderia. E lui è ferrarese, figlio d’arte, una preparazione unica nel settore, naturalmente una passione sconfinata per questo straordinario sport. Stiamo parlando di Marcello Magnani, manager – anzi "il" manager – dell’atletica leggera internazionale, che nei giorni scorsi è tornato in città ("ne ho sempre nostalgia") dopo mille "peregrinazioni" per rispondere all’invito del Lions Ferrara estense, presieduto da Lucio Massari, e dell’associazione Life dell’amico Giorgio Ferroni con il quale ha colloquiato piacevolmente per un’oretta di fronte a soci e ospiti, fra questi gli assessori Andrea Maggi ("un tema molto interessante, merito al Lions") e Alessandro Balboni e la consigliera Paola Peruffo. Marcello & Marcell, come dire Magnani e Jacobs: un sodalizio vincente, nato non molti anni fa quando - ha ricordato nell’incontro il manager - fu lo stesso velocista, che da qualche tempo stentava nel salto in lungo, a chiedergli di affiancarlo per raggiungere la vetta della specialità. Così fu, con la conquista, da parte della "freccia" italo-americana, dell’oro olimpico dei 100 metri piani e della 4x100 (poi divenne anche campione mondiale indoor ed europeo, ed altro ancora). Ma non solo Jacobs, come si diceva: Magnani è infatti il manager di un altro lotto importantissimo di atleti che fanno parte della MG Sport di cui è amministratore delegato.

La sua storia professionale inizia una ventina di anni fa ma in realtà è ancora precedente perché "la passione per l’atletica è nata in casa, con mio padre (Massimo è stato campione di fondo negli anni a cavallo fra i ’70 e gli ’80 ndr) che viveva di questo splendido sport, autentica "colonna sonora" della sua e della mia esistenza". Dalla passione, nata ed esplosa, alla sua trasformazione in professione grazie a grande studio, attenzione, riflessione, capacità di raccordarsi con tante altre professioni come testimonia il caso-limite di Jacobs con il quale operano ben 12 persone (dall’allenatore all’avvocato passando per il manager).

Già il manager: il primo obiettivo è quello di far lavorare in pace l’assistito, cioè deve cercare di eliminare tutto ciò che potrebbe influenzare negativamente la sua prestazione. Mica facile, soprattutto quando si parla di affetti. E allora, tutto sommato ("ma non esageriamo eh"), ha ammesso Magnani, …meglio i celibi e le nubili. Interessante infine anche il tema "chi riesce ad arrivare": il talento è ovviamente indispensabile ma "pesa", secondo il manager, per il 60%. Il resto dipende da "testa, dedizione, voglia. Sapeste quanti se ne sono persi…". Alberto Lazzarini