"Mi piace andare nello studio del notaio Massimo Esposito. Lo faccio con il cuore aperto. Mi manda all’ufficio postale, dove sono esperto. In ufficio faccio fotocopie e scansioni. Sto imparando a salvare i documenti nell’ archivio digitale. Scrivo le annotazione. Uso la macchinetta per la distruzione della carta da macero e a volte vado a consegnare copie fuori studio. Io mi diverto tanto. Voglio lavorare". Giovanni Sita, 34 anni, di Bondeno, è stato protagonista, sabato pomeriggio alla Casa Società Operaia, insieme ad Alberto, figlio della scrittrice Autilia Avagliano, della presentazione del libro ‘Din Don Down’. Sono nati con la sindrome di Down. Eppure Alberto, fulcro centrale del libro, con la passione per il teatro e la recitazione dell’Infinito di Leopardi in un monologo autobiografico di fronte al pubblico in sala e Giovanni, con la sua storia di inclusione nel mondo del lavoro, hanno saputo incantare. Mai Cava dei Tirreni e Bondeno sono state così vicine in un percorso di riflessioni che offre spunti al mondo. Volti, voci e testimonianze di pagine dove Autilia Avagliano, racconta "la storia di Alberto e della sua famiglia che imparò a volare con lui" ma che, in realtà, si sono fatte incontro su una visione aperta di inclusione e di vita, per famiglie, insegnanti, studenti, genitori. "Non facciamoci dire come sarà nostro figlio – scrive la Avagliano, madre, moglie, direttrice di banca, impegnata nel Coordinamento Nazionale Associazione Persone con la sindrome di Down e Disabilità intellettiva – quello che lui sarà lo vedremo noi, da soli, con i nostri occhi. Il futuro non si può ipotecare per nessuno. Non abbiamo bisogno di detrattori". E quello che possono essere questi ragazzi si è potuto vedere, in un prospettiva nuova che vuole puntare a raggiungere tutti. Il notaio di Bondeno Massimo Esposito, che ha deciso di intraprendere un’esperienza di tirocinio con Giovanni Sita, ha un sogno: "Vorrei produrre un corto, un docu fil – ha annunciato - . Con l’autorizzazione di Giovanni e della sua famiglia, sentiti l’assistente sociale e il centro per l’impiego, vorrei filmare Giovanni al lavoro. Svolge mansioni qualificanti per lui e per lo studio. La diffusione di una nuova sensibilità, di un rinnovato approccio culturale, non possiamo garantirla solo a parole- ha sottolineato -. Dobbiamo dimostrarlo. E’ indispensabile non solo per il mondo dell’associazionismo ma soprattutto per il mondo delle professioni e del notariato. C’è bisogno di una testimonianza forte che si possa diffondere, solo così si potrà credere a quello che questi ragazzi possono fare".
Claudia Fortini