"Io sotto il diluvio, così ho salvato i quadri"

Ondata di maltempo, la moglie del pittore Carlo Tassi scomparso nel 2011 racconta quei momenti drammatici. Danni ingentissimi

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Con l’aiuto dei vigili del fuoco ha messo in salvo più di 1.200 opere di Carlo Tassi e della sua collezione, mentre l’acqua scendeva a scrosci dalle pareti della casa dell’artista, insieme alle lacrime per il dolore di fronte a tanta devastazione. Resta l’amarezza di più di centomila euro di danni del maltempo, il cantiere già attivato e un sogno che non si interrompe. Mara Tassai, moglie del pittore di Bondeno scomparso nel 2011, in quel luogo ci mette il cuore e la vita. "La tromba d’aria di mercoledì ha scoperchiato le tegole di oltre metà tetto che sono finite sulla parte restante – racconta – che con le piogge torrenziali di venerdì è collassata. Ero a cielo aperto. Disperata. Diluviava in casa, la pioggia scendeva dalle cornici della sala a rivoli, mentre al piano a terra l’acqua saliva al ginocchio. C’è stato un momento in cui ho temuto di non riuscire a salvare nulla". C’è un cuore che batte e che indossa le divise della Protezione civile. "Quando mercoledì dopo il tornado mi sono resa conto di quello che era successo ho incominciato a chiedere aiuto – racconta –. Ho chiamato il sindaco Simone Saletti che si è interessato per fare il possibile e che ringrazio e i vigili del fuoco che la mattina sono arrivati e hanno iniziato ad aiutarmi. Nel frattempo avevo contattato una ditta privata del Veneto che la mattina successiva ha montato i ponteggi ma mancavano i teli che ci ha procurato la Protezione civile e che sono stati collocati". Era solo l’inizio di un incubo che ha raggiunto l’apice sotto le piogge torrenziali di venerdì. "Cera acqua ovunque – racconta –. Avevo spostato opere da sola, dalle stanze, dal tetto, avevo messo quadri sui tavoli nell’atelier. Senza i vigili del fuoco non ce l’avrei fatta". In questi anni Mara Tassi ha conseguito una laura per specializzarsi nella tutela dei beni artistici e dedicarsi ad una missione che è un sogno. "Ero a buon punto per la Casa Museo – racconta –. Stavo facendo tante cose sia per sistemare le opere che negli spazi esterni, per iniziare le attività culturali aperte al pubblico. In accordo con la Regione stavamo già studiando la cartellonistica. Adesso purtroppo – ammette allargando le braccia tra i teli che coprono mobili e quadri – si dovrà aspettare ancora". La catalogazione, l’archivio, la tutela e l’esposizione. Nel maggio scorso la casa-studio dell’artista Carlo Tassi è stata riconosciuta come luogo culturale dalla Regione, che ha realizzato un censimento inserendola tra le "Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna". Mancavano poche formalità burocratiche per aprirla al pubblico come Casa Museo. Ora restano i danni, l’amarezza ma anche la forza di Mara. "Non rinuncio ad un obiettivo – dice – questa sarà la casa museo di Carlo Tassi". Claudia Fortini