Killer di Budrio, il testimone del video choc di Igor. "Sto male e ho molta paura"

La maglie del barista: "Tutta la mia tristezza torna a galla"

Igor-Norbert nel bar di Budrio in un'immagine del video diffuso dal Tg1 (Ansa)

Igor-Norbert nel bar di Budrio in un'immagine del video diffuso dal Tg1 (Ansa)

Bologna, 16 maggio 2017 - «Un momento di sgomento e tristezza che torna a galla in modo ancora più forte. Questo video fa rivivere un dramma soprattutto alla vedova. Le immagini non aiutano a dimenticare»: così l’avvocato Giorgio Bacchelli, che rappresenta la moglie e i parenti di Davide Fabbri ha commentato il video, diffuso in esclusiva dal Tg1, con le immagini che precedono e immediatamente successive all’omicidio del barista 53enne, ucciso la sera del primo aprile scorso nel locale che gestiva a Riccardina di Budrio, nel Bolognese, durante un tentativo di rapina.

Nel video, ripreso dalle telecamere del circuito interno del bar, si vede il malvivente in abiti mimetici che entra nel locale imbracciando un fucile: viene disarmato da Fabbri poi freddato con un colpo di pistola (l’omicidio vero e proprio non è stato ripreso dalle telecamere) nel retrobottega. Ricercato per gli omicidi del barista di Budrio e della guardia volontaria Valerio Verri il serbo Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, è ‘inchiodato’, sul fronte investigativo, dalle impronte digitali e dal dna estrapolato nel corso delle indagini sui due fatti di sangue. La caccia all’uomo, al momento senza esito, è in corso da oltre un mese in un’area di circa 40 chilometri, la cosiddetta ‘zona rossa’ nella ‘bassa’ tra Molinella e Campotto tra le province di Bologna e Ferrara.

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Sui fotogrammi dell’orrore intervengono, impauriti, i due che erano presenti in quel bar, la sera dell’assalto mortale al barista Davide Fabbri. «Sto male – così Dino Grossi –. Non riesco a non pensarci». Poi la cornetta fa clic. Grossi fatica ad uscire di casa per la paura, per le immagini che i suoi occhi hanno immortalato per sempre. L’altro avventore presente era Andrea Longhi. Al telefono risponde il fratello. «Andrea è al lavoro – dice –. Come si sente? Le prime tre notti dopo l’omicidio non ha mai dormito. Per risposare è costretto a prendere medicinali». Longhi è l’uomo che nel filmato ha le mani in tasca. Sembra un uomo di pietra. Pietrificato dalla paura. «Solo chi ha passato un momento così – spiega il familiare – può sapere come reagire. La stessa sera siamo andati in ospedale per l’estrazione del pallino poi in caserma». Per aiutare i carabinieri, nelle ombre notturne del primo delitto, a ricavare un abbozzo di identikit del killer di Budrio. «Spero che Andrea si riprenda – chiude il fratello –. Appena lo interpelliamo lui si chiude nel silenzio». E nelle immagini di ciò che nemmeno una telecamera può riprendere. La paura entra sotto pelle, le telecamere no.

Un'altra immagine di Igor, stavolta dal suo profilo Instagram
Un'altra immagine di Igor, stavolta dal suo profilo Instagram

m. s.