"L’idea nel lockdown: in sei mesi sarà realtà"

"E’ un sistema che non solo pulisce, ma riesce a mantenere costantemente basso il livello di contaminazione microbica"

Migration

Cos’è esattamente ‘il sistema biologico Pchs’, al centro del progetto portato avanti dal laboratorio di ricerca Cias dell’Ateneo estense e da Copma, che ha ottenuto il finanziamento regionale? A spiegarlo è Elisabetta Caselli (foto), docente di Unife e responsabile del suddetto laboratorio. "Parliamo di una sanificazione biologica in grado non solo di ‘pulire’, ma anche di stabilizzare il livello di contaminazione microbica, mantenendolo costantemente basso. Questa procedura contribuisce anche a una netta diminuzione dell’antibiotico resistenza".

Perché è importante?

"Operando in questo modo, si limita di molto il rischio di infezione negli ospedali. Un rischio ancora oggi molto elevato in Italia, che ogni anno porta alla morte di oltre 10mila persone".

Quando è nata questa idea?

"Abbiamo ragionato con Copma durante il periodo di lockdown. La normativa ha imposto un disinfettante chimico in tutti gli ospedali: il problema è che, utilizzando quelli odierni, vi sono effetti collaterali importanti, come l’aumento della resistenza antibiotica e l’impatto ambientale elevato. Abbiamo, dunque, pensato una soluzione antivirale efficace".

Da quanto collaborate con Copma?

"E’ una ventina d’anni che collaboriamo, ma è dal 2010 che abbiamo incrementato le ricerche. Copma è una delle poche aziende che investono nella ricerca indipendente: sono coraggiosi e aperti a ogni tipo di risultato finale. Quindi si può dire che il tutto è partito da molto lontano. Nel corso di questi anni, insieme, abbiamo lavorato molto e pubblicato altrettanto, con ottimi progressi".

In che tempi vedremo operativa questa soluzione?

"Il progetto prevede tempi ristretti, di sei mesi, in quanto è stato pensato per contrastare l’emergenza Covid-19. In realtà, io, il professor Sante Mazzacane e i nostri cinque collaboratori avevamo già iniziato a lavorarci da un paio d’anni. Ora, grazie al contributo, potremo ottimizzare l’azione dei detergenti, verificando che il nuovo equilibrio chimico mantenga le medesime caratteristiche antimicrobiche, sempre con un occhio all’ecosostenibilità".

Matteo Langone