
Una delle manifestazioni degli animalisti per la liberazione dei macachi di Unife
"Il trasferimento degli animali in una struttura di accoglienza, così come previsto dalla normativa vigente, è avvenuto in totale autonomia nell’ambito delle normali procedure di stabulazione dopo aver terminato gli studi programmati che hanno portato alla pubblicazione di lavori scientifici su riviste internazionali prestigiose come l’International Journal of Primatology nel 2023". Non si fa attendere la replica di Unife dopo l’intervento delle associazioni animaliste che, l’altro ieri, annunciavano la propria "vittoria" nella vicenda dei macachi dello stabulario di ateneo, al centro negli ultimi mesi di proteste, manifestazioni e un’inchiesta penale tuttora in corso. L’università, in una lunga nota, respinge in blocco la lettura degli animalisti. "Non corrisponde al vero quanto affermato in merito alla presunta stabulazione inoperosa cui si allude in alcuni articoli pubblicati in data odierna – affermano dai piani alti dell’ateneo –. L’università ritiene gravemente lesive le affermazioni secondo cui gli animali sarebbero stati stabulati in condizioni inadeguate, in ciò confortata sia dagli innumerevoli controlli da parte delle autorità competenti che mai hanno constatato irregolarità, sia dal pronunciamento del ministero della Salute secondo cui i requisiti di stabulazione e mantenimento previsti dalla normativa vigente sono considerati i limiti utili a garantire le condizioni essenziali di benessere degli animali utilizzati a fini scientifici".
L’università si ritiene dunque "profondamente danneggiata dall’atteggiamento insinuante di chi, magari anche animato da senso di pietà, dimentica che la ricerca biomedica sugli animali è stata ed è tutt’ora la strada maestra per acquisire conoscenze fondamentali e per far progredire le terapie necessarie al mantenimento della salute dell’uomo e degli animali stessi. È profondamente sviante affermare il contrario". La qualità della ricerca scientifica dell’ateneo ferrarese, conclude la nota, "costituisce motivo di orgoglio ed è sempre condotta seguendo metodi predittivi, moderni ed etici, fortunatamente coordinata da chi la ricerca la sa fare e non da chi si nutre di pseudocultura posticcia. Riteniamo vergognoso il cantare vittoria ipotizzando la chiusura di laboratori o linee di ricerca. Provvederemo a tutelare in ogni sede l’onorabilità della nostra istituzione e la sicurezza dei nostri ricercatori.