’La buona figliuola’ al Comunale L’opera buffa di Niccolò Piccinni

Sarà messa in scena dal Conservatorio Frescobaldi il 19 e 20 maggio. Il discendente Maximilian sarà a teatro

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Tra lui e Niccolò Piccinni ci sono sei generazioni di mezzo. Si ritiene un custode del suo lavoro, tanto importante da essere ricordato con importanti intitolazioni da Bari a Parigi. Maximilien Seren-Piccinni è discendente del grande compositore, figura centrale dell’opera del secondo Settecento. La Cecchina ossia La buona figliuola, sarà messa in scena dal Conservatorio Frescobaldi il 19 (ore 11) e 20 maggio (ore 20) al Teatro Comunale di Ferrara, e Maximilien Seren-Piccinni, regista e scenografo di origine franco-belga e presidente del Fondo Niccolò Piccinni, verrà per l’occasione nella città estense. Sarà presente anche all’incontro Prima della Prima in programma il 19 maggio ore 17 al Ridotto del Teatro Comunale insieme al direttore d’orchestra Marco Titotto, il regista Giovanni Dispenza e il giornalista Luca Baccolini (ingresso libero).

Niccolò Piccinni, nato a Bari nel 1728 e morto a Passy (Parigi) nel 1800, è stato tra gli ultimi rappresentanti della scuola musicale napoletana e tra coloro che contribuirono in modo determinante allo sviluppo dell’opera buffa. Nel 1760 compose a Roma il suo capolavoro giovanile, La Cecchina ossia La buona figliuola, un’opera buffa con libretto di Carlo Goldoni che ebbe molto successo in Europa.

Azzeccata, per Maximilien Seren-Piccinni, la scelta del Teatro e del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara di proporre quest’opera, che è "un ottimo battesimo per dei giovani musicisti e cantanti che si approcciano al mondo del teatro. Ferrara – per il presidente del Fondo Piccinni – è un esempio che anche altre città dovrebbero seguire". Seren-Piccinni è legato da Ferrara anche per un ricordo del papà, Ruggero Seren. "Mio padre ha fatto il Ginnasio ad Este insieme a Vittorio Sgarbi, erano amici. Ci raccontava di come Sgarbi odiasse il francese, così in classe durante la lezione girava il suo banco dando le spalle al professore. Già allora era un personaggio".

Che effetto faccia essere il discendente di un grande compositore, lo spiega lui stesso. "Se non ci si pensa è meglio, ci si sente sempre manchevoli in confronto – ironizza Maximilien Seren-Piccinni – ma fa piacere recarsi a Parigi o a Bari e vedere il busto di Piccinni, vedere intitolate col nostro nome delle vie a Milano e a Roma. Noi siamo i custodi del suo operato attraverso il Fondo" A Ferrara verrà consegnata una borsa di studio a uno degli allievi del Conservatorio che Maximilien Seren-Piccinni vedrà in scena al Teatro Abbado.