
Il candidato: "Torniamo al mondo del lavoro. Serve una nuova gestione che rappresenti tutte le componenti"
"I radical chic hanno perso, al Pd servono meno professori e più persone concrete che tornino a parlare alle persone, al mondo del lavoro che in questi anni abbiamo abbandonato perdendo quel radicamento che permetteva di essere allineati alla sensibilità della città". Con Giada Zerbini (intervistata la scorsa settimana), Leonardo Uba (foto) è il candidato alla segreteria comunale del Pd. Pur rimarcando "la differenza di sfumature e di sensibilità" rispetto alla competitor, dalla sua bocca non arrivano mai critiche. Semmai proposte. Per questo Uba mette fra le priorità "una nuova gestione del partito". Un’altra delle questioni sui quali entrambi gli sfidanti si stanno misurando. "La mia idea di segreteria – scandisce ai nostri taccuini – è molto ampia. Credo che, oggi più che mai, serva una rappresentanza di tutte le componenti del partito in segreteria. Non ci deve più essere una parte che si rifugia sull’Aventino, ma persone volenterose che lavorino a un progetto comune. A partire proprio dal congresso: serve un’assunzione di responsabilità che riporti a costruire il tessuto connettivo che fa di noi un partito e non un club attraversato da inimicizie e personalismi". È un ragionamento che colpisce nella carne viva un partito che, dopo l’apparente unità della campagna elettorale, è attraversato da divisioni e lacerazioni profonde. D’altra parte, dopo la debacle (non del partito, ma della coalizione) era abbastanza prevedibile che tutto questo potesse accadere. Forse non in queste proporzioni.
Ecco perché, ragiona Uba, "non dobbiamo trasformarci, dopo gli errori del passato, in una ‘macchina elettorale’ attenta esclusivamente ai giochi di potere e alle poltrone ma dobbiamo tornare a essere interlocutori della città". Per essere competitivi e sperare, per lo meno, di giocare la partita del 2029 – venendo meno il ‘fattore Alan’, determinante per un centrodestra anch’esso attraversato da divisione e che trova la sua sintesi nella personalità del sindaco – "occorre un ragionamento ampio, anche con le altre forze politiche e non solo". "La mia idea – prosegue il candidato – è quella di istituire un tavolo di lavoro e confronto permanente non solo con i partiti di opposizione, ma anche con tutte quelle realtà – dall’associazionismo al volontariato, passando per altri segmenti del tessuto cittadino – che non si riconoscono nell’attuale amministrazione". In termini di organizzazione interna del partito, l’idea di Uba è molto chiara: "Ci devono essere dei gruppi che lavorano, oltre alla segreteria, su ambiti specifici: senz’altro il gruppo di comunicazione, sulla quale siamo carenti, un gruppo che si occupi dell’organizzazione degli eventi, dei momenti di approfondimento aperti al pubblico e delle nostre feste. Da ultimo – conclude – , immagino un gruppo di lavoro eterogeneo dedicato all’apertura del partito verso l’esterno: dai sindacati ai corpi intermedi, passando per il mondo del volontariato e dell’associazionismo". La prossima settimana, inizieranno i confronti fra i due candidati nei sette circoli del Pd. Poi, parola ai delegati. Entro la seconda metà di giugno, arriverà il verdetto.