
Sono oltre 10mila i messaggi in un mese
La notizia deflagra poco prima delle 22. Ed è presa dall’Ufficio scolastico regionale. Il docente indagato per adescamento di una minore, sua studentessa di una scuola media ferrarese, è sospeso. In via cautelativa, secondo quanto trapela, in attesa della conclusione dell’intero iter giudiziario. Con effetto immediato: dunque già da oggi non si presenterà a scuola. Non si tratta di una sanzione, bensì – secondo le informazioni raccolte dal Carlino – di una decisione a tutela anzitutto della minorenne e della sua famiglia, del contesto scolastico e del professore, nei confronti del quale ad oggi c’è un’indagine preliminare conclusa. L’atto, il 415bis, datato 13 gennaio e solitamente preludio di una richiesta di rinvio a giudizio, gli è stato notificato un paio di settimane fa.
Una decisione che arriva a quattro giorno dall’esplosione mediatica del caso, soprattutto dopo gli accorati appelli della madre della ragazzina. "Che cosa sarebbe accaduto – si domanda lei – se quel giorno non avessi sequestrato il telefono di mia figlia, aperto whatsapp e guardato il contenuto di quella maledetta chat con il professore?". Abbassa gli occhi, Anna (il nome è di fantasia, ndr). Le mani sul volto. Le domande che le passano per la testa sono tante, le risposte ricevute – perlomeno fino a ieri sera – forse nessuna. A partire dalla scuola. "Nessuno – riprende – mi ha contattato per dirmi che c’era, definiamolo, qualche problema... Magari che sapevano dell’inchiesta in corso dove mia figlia era parte lesa di quel professore che ha sempre continuato a insegnare nella sua classe. Questa – è la frase che ripete – la vogliamo chiamare protezione di una minorenne?".
A poco più di un mese dalla sua denuncia (era il 4 dicembre), l’indagine era stata chiusa: il 13 gennaio la firma sul 415bis del pubblico ministero Augusto Borghini. Prima, il 2 gennaio, il deposito della consulenza preliminare "urgente" fatta sul telefono del docente, dove l’ingegner Giuseppe Ferraro ha estrapolato "oltre 10mila messaggi" tra l’indagato e la sua studentessa. Dall’apparecchio della minorenne, la chat proibita era stata cancellata e l’unico riferimento rimasto era il contatto del prof e i log di alcune telefonate e videochiamate (una delle quali durata un’ora, 50 minuti e 13 secondi) intercorse tra i due. "Evidenziati in questa consulenza preliminare – precisa Ferraro – diversi messaggi a sfondo sessuale, decisamente espliciti" che il prof "scambia con la parte offesa". Dall’analisi di foto e video, viene precisato ancora, "non emergono evidenze di natura pedopornografiche", inoltre "non sono state individuate" foto/video proibiti della minorenne. Nei prossimi giorni sarà depositata un’integrazione al documento. "Quando ho scoperto la chat – riprende la mamma – non ci volevo credere, era un qualcosa di surreale, stavo per svenire. Mi chiedevo come un adulto, un professore, potesse scrivere certe cose a una bambina". Poi ecco l’attesa svolta: la sospensione.