
L’analisi di Cgil e Federconsumatori vede Ferrara all’ultimo posto nella classifica regionale di spesa. Aumentano le scommesse online: "Comacchio come Las Vegas, spesi quattromila euro a testa".
Le sirene dell’azzardo attraggono sempre più giocatori. Il trend in crescita è una costante in tutta l’Emilia Romagna e Ferrara – nonostante registri numeri più contenuti rispetto alle città ‘sorelle’ in regione – non è da meno. A fornire un quadro della situazione è lo studio ‘Pane e azzardo’, realizzato da Cgil e Federconsumatori. I numeri fano riferimento al 2023 e, per quanto riguarda il nostro territorio, stimano il giocato complessivo (fisico e da remoto) in 615 milioni di euro, con una raccolta totale pro capite (relativamente ai maggiorenni) di 2.075 euro. Lo studio analizza poi anche le perdite complessive, che oscillano tra i 112 e i 113 milioni di euro. L’analisi del sindacato e dell’associazione scandaglia anche le varie tipologie di gioco più diffuse, suddividendole tra online (o da remoto) e fisico. Quest’ultimo rappresenta ancora la maggioranza delle puntate (59% del totale) anche se la prima tipologia sta prendendo sempre più spazio (41%). Per quanto riguarda il remoto, le più gettonate sono le slot online 51,2%, seguite dagli altri giochi da casinò (27%) e dalle scommesse sportive (14,7%). Spostandosi sul gioco fisico, a farla da padroni sono videolottery e videopoker (59,6%), Gratta e vinci (21,3%), Lotto e Superenalotto (12%).
Per comprendere meglio la portata del fenomeno è utile un confronto con le altre realtà della regione. Partendo da una premessa: la provincia estense è quella con i numeri più bassi in regione rispetto al gioco d’azzardo complessivo, e si piazza nei bassifondi delle classifiche anche a livello nazionale. Detto ciò, partiamo dal capoluogo di regione. A Bologna, nel 2023, la stima del giocato complessivo si aggira intorno a due miliardi e 280 milioni di euro, con una raccolta totale pro capite di 2.614 euro. La stima delle perdite si attesta a un picco di 329 milioni. A differenza che a Ferrara, sotto le due torri l’azzardo online supera di qualche punto percentuale quello fisico. Spostandosi verso città più simili alla nostra come dimensioni e popolazione, abbiamo Modena con un giocato da un miliardo e 574 milioni e perdite complessive per 275 milioni, Forlì-Cesena con un giocato da 813 milioni e 134 milioni di perdite, Ravenna a 846 milioni di giocato e 129 di perdite, Reggio Emilia, un miliardo e 149 milioni di puntate e 193 milioni di perdite e Rimini con 730 milioni giocati e 120 persi.
Cgil e Federconsumatori si addentrano anche in un discorso territoriale, finalizzato a comprendere, provincia per provincia, quali siano le aree in cui la febbre del gioco è più alta e quali stiano registrando incrementi o diminuzioni. Per quanto riguarda Ferrara, nessun Comune supera la media nazionale nell’azzardo online ed è l’unico caso in regione. "Ciò nonostante – scrivono gli autori dello studio –, le crisi da azzardo, a carattere comunale, non sono poche e molti sonoi segnali negativi. Comacchio, la Las Vegas della provincia, con una rete ipertrofica di azzardo fisico, supera i quattromila euro pro capite nell’azzardo complessivo. E poi i segnali portati dall’improvvisa ed enorme crescita dell’azzardo online a Codigoro, Mesola, Vigarano Mainarda e Cento, dove si sono registrate maggiori giocate per 15,3 milioni".
Una parte dello studio si focalizza infine sui numeri dell’azzardo online. La provincia di Ferrara, si diceva, si piazza in coda alla classifica regionale con una raccolta di 251.811.588 euro (e perdite per oltre undici milioni). La variazione del gioco online tra il 2022 e il 2023 vale circa 36 milioni. La capolista è Bologna con un miliardo e 216 milioni, seguita dai 670 milioni di Modena e i 500 milioni di Reggio. La raccolta pro capite nella fascia d’età 18-74 anni vede ancora una volta la provincia estense ultima, con 1.034 euro (la capolista Bologna ne totalizza 1.664). Stringendo ancora di più l’obiettivo sul solo Comune capoluogo, ecco che a Ferrara il gioco in rete raccoglie 98 milioni di euro, con quattro milioni e mezzo di perdite e una raccolta pro capite di poco più di mille euro.