FEDERICO MALAVASI
Cronaca

La giornata degli infermieri. Vittime del 67% delle aggressioni: "Siamo poveri, umiliati e stremati"

Sono i sanitari più bersagliati in ospedali e strutture sanitarie, in un anno in totale più di 200 episodi. L’allarme del Nursing Up: "La nostra professione è diventata una condanna, altro che vocazione".

Ieri era la Giornata internazionale dell’infermiere, un momento per riflettere su importanza e criticità della professione

Ieri era la Giornata internazionale dell’infermiere, un momento per riflettere su importanza e criticità della professione

Oltre la metà delle aggressioni ai danni di sanitari coinvolge gli infermieri. Un dato più che mai significativo, soprattutto in coincidenza con la Giornata internazionale dell’infermiere, celebrata ieri anche in città. Un appuntamento nel quale fare il punto sia sull’importanza che sulle criticità di una professione che in questi anni è sempre stata in prima linea sul fronte sempre più complesso della sanità. Dei tanti temi caldi, la sicurezza è da tempo il più incandescente. Nel 2024, nelle strutture sanitarie di Ferrara, si sono verificate 218 aggressioni ai danni di personale sanitario. Di queste, il 67% hanno interessato infermieri. Il 16% riguardano invece medici mentre il 17% gli altri operatori sanitari. A onor del vero, va specificato che gli infermieri sono la categoria più numerosa in ospedali e strutture, ma questo nulla toglie alla gravità della situazione. Entrando nel dettaglio delle 218 situazioni in questione, il 55% risultano essere aggressioni verbali, il 14% verbali e fisiche e il 10% verbali e fisiche contro la proprietà. Altro dato non secondario, il 76% delle aggressioni ha come bersaglio personale femminile. Una piaga di cui la direzione delle aziende sanitarie ferraresi è ben consapevole e contro la quale si stanno adottando tutte le misure possibili al fine di garantire la massima serenità degli operatori.

Ma la sicurezza è solo una delle tante sfaccettature del lavoro dell’infermiere. Ci sono infatti anche tutta una serie di temi che vanno dalle retribuzioni alle mansioni, passando per i turni di lavoro. Nodi che riguardano non solo il nostro territorio, ma che hanno risonanza nazionale. A soffermarsi su questi aspetti, con una nota divulgata proprio nella Giornata internazionale dell’infermiere, è stato il sindacato Nursing Up. "Infermieri poveri, umiliati e stremati. La nostra professione è diventata una condanna, altro che vocazione" ha dichiarato Antonio De Palma, presidente di Nursing Up. A conferma del proprio ragionamento, il sindacalista snocciola alcuni numeri: oltre 20mila dimissioni volontarie in soli nove mesi del 2024, "un esodo mai visto prima". Un +170% rispetto al 2023. "E se nulla cambia – prosegue –, a fine anno saranno più di 30mila gli infermieri in fuga dal Servizio sanitario nazionale". Poi entra nel dettaglio. "L’emorragia ha un volto preciso – spiega –: quello degli infermieri meridionali che erano emigrati al Nord per lavorare. Ora tornano a casa perché non ce la fanno più a vivere con stipendi da 1.500/1.600 euro al mese e affitti che ne assorbono quasi il totale. A Bologna, Milano, Venezia si registrano decine di dimissioni ogni mese, molte senza sostituzioni. Paghiamo per lavorare. È un’umiliazione quotidiana. E oltre il 70% dei professionisti è costretto a indebitarsi per arrivare a fine mese". Poi un passaggio sulle aggressioni in corsia, cresciute del 30% nel 2025. "Oltre alla miseria, anche la violenza – conclude –: 130mila infermieri aggrediti ogni anno in tutta Italia, e il 2025 ha già registrato un incremento del 30% nei primi tre mesi. Non solo non siamo tutelati: siamo lasciati soli, sotto tiro, nel silenzio delle istituzioni".

f. m.