La lotta contro il tempo dopo la mareggiata: "Vanghe, carriole, passione. Oggi riapriamo le spiagge"

Gli operatori balneari non perdono tempo e tornano gli ombrelloni: "Ripartiamo anche se non ancora a pieno ritmo, adesso aspettiamo l’arrivo dei turisti"

La lotta contro il tempo  "Vanghe, carriole, passione  Noi, al lavoro da giorni  Oggi riapriamo le spiagge"

La lotta contro il tempo "Vanghe, carriole, passione Noi, al lavoro da giorni Oggi riapriamo le spiagge"

Ferrara, 21 maggio 2023 – Sotto un cielo ancora grondante pioggia come uno straccio bagnato chi con la carriola, chi al volante di un vecchio trattore Same, chi con un badile hanno sistemato metri e metri d’arenile. Chilometri che l’altro giorno sotto l’onda della mareggiata e di un vento che fischiava tra gli ombrelloni erano finiti sotto. Spiagge sommerse, una stagione che rischia di finire a fondo con i sacrifici degli operatori del mare, i titolari degli stabilimenti balneari.

All’Europa non stanno tanto simpatici, anzi non piacciono proprio se si guarda a quell’amaro dispetto battezzato direttiva Bolkestein – vite e famiglie all’asta con le loro imprese – ma alla fine i custodi del mare sono loro. E oggi, dopo giorni di lavoro nel fumo nero di uno smarmittato trattore, aprono di nuovo gli ombrelloni, le porte degli stabilimenti anche solo per un fritto di pesce vista mare. Si riparte. Roberto Luciani, titolare del bagno Marfisa al lido degli Estensi, quasi non ci crede. Davanti a lui fino a qualche giorno fa il ribollire della risacca, la marea che ancora saliva. "Ripartiamo, ce l’abbiamo fatta", dice senza nascondere l’entusiasmo per una missione che sembrava impossibile. Con olio di gomito, amore per il mare, hanno provveduto a pulire la spiaggia, sistemare ombrelloni e lettini. "Non siamo solo quelli che ti affittano un ombrellone, siamo qui per lavorare certo ma anche per la passione che sentiamo ogni giorno quando guardiamo il sole sulle onde". Nicola Spinabelli è il presidente di Cesb, consorzio stabilimenti balneari dei Lidi Estensi e Spina. Dice: "Non avevo ancora messo gli ombrelloni quando è arrivata la mareggiata, sono stato fortunato". Sono pronti, adesso mancano solo i turisti. Giuseppe Carli, presidente dell’associazione stabilimenti balneari di Porto Garibaldi, è il titolare del bagno Astor un’impresa di famiglia che si tramanda di generazione in generazione. "Oggi siamo tutti aperti, ci stiamo leccando ancora le ferite ma la spiaggia è stata preparata per accogliere di nuovo i villeggianti. Certo dopo quella doccia fredda non tutto è ancora sistemato, metà della spiaggia era stato invaso dall’acqua che era arrivata a lambire quasi la recinzione. Il mare con il vento che soffiava così forte aveva preso una bella spinta".

Le ruspe sono al lavoro per sistemare la costa, le richieste per avere a disposizione pale e cingoli arrivano da tutti i lidi. "Anche noi siamo in attesa". Da Porto Garibaldi a Volano. Gianna Biolcati, titolare del bagno Kelly, un’istituzione dei sette lidi. "Siamo aperti, siamo qui con i nostri sapori, la nostra accoglienza", sottolinea. Ricorda ancora le ore febbrili, l’attesa della seconda ondata di marea, Gianni Nonnato, presidente del consorzio Lido Nazioni, titolare dello Chalet del Mare. "Dallo Chalet all’Oasi, dal Prestige all’Orsa Minore – l’amaro bilancio di quella giornata –, tutti gli stabilimenti erano stati colpiti. Chi era già alle prese con l’erosione ha pagato un prezzo anche maggiore". Il suo appello a non perdere tempo lanciato ai colleghi. Dalle cave il materiale da ‘stendere’ negli stabilimenti che si sono persi una bella fetta di spiaggia. Nicola Ghedini, gestore del Bagno Kursaal di Lido di Spina, presidente di Cna Balneari, il viso segnato dal vento per ore sul suo trattore, per livellare la sabbia, per sistemare l’arenile. "Avanti ancora una volta con ottimismo", esorta. Oggi magari il sole farà ancora dispetti, loro comunque ci saranno. Tra gli ombrelloni – scongiuri e dita incrociate – ancora aperti.