La lunga battaglia finita diversamente

La sentenza di un giudice condanna la Provincia a risarcire la famiglia di un operaio morto contro un platano. La storia di Marco Coletta, morto in un tratto di strada senza protezione, è una lotta per la giustizia che ha portato i genitori fino alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

La lunga battaglia finita diversamente
La lunga battaglia finita diversamente

Un guard rail. Una semplice barriera di metallo che, ancora una volta, avrebbe potuto salvare una vita. Stavolta a dirlo è la sentenza di un giudice, che ha condannato la Provincia a risarcire la compagna e i figli di un operaio 39enne, Andrea Beccati, morto contro un platano nel gennaio del 2019. Non andò così invece per i familiari di Marco Coletta (foto), 22 anni, anche lui morto in un tratto di strada priva di protezione. Una protezione installata solo dopo la tragedia del giovane e che, come non si stancano mai di ripetere papà Daniele e mamma Antonella Finotti, da allora ha salvato tante vite. Ma quella striscia di metallo non era presente quel maledetto 9 settembre del 2005 in via Raffanello a Baura. Nessuna barriera a fermare la macchina di Marco, sprofondata nel canale a bordo strada. La storia del giovane Coletta è anche la storia di una lotta per una giustizia rimasta un miraggio agli occhi dei genitori. Le richieste di verità dei Coletta sono state ripetute per anni davanti a tribunali di ogni grado, fino ad approdare (unico caso del genere in Italia) alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. La richiesta era sempre la stessa: perché la Provincia, responsabile di quel tratto di strada, non ha garantito la sicurezza di un ragazzo che viaggiava nel rispetto dei limiti di velocità? Una domanda che, per Daniele e Antonella, non ha mai trovato una risposta soddisfacente.