
Fernando Ferioli, regista dell’operazione che firmò il successo di Bruce "Erano i giorni dell’alluvione, abbiamo fatto squadra. Una prova bellissima".
Dal Boss al Blasco. Forse ancora qualcuno deve ancora mettere a fuoco che il 5 e 6 giugno del prossimo anno, il parco urbano ospiterà le prime due date del tour 2026 di Vasco Rossi. Due anni fa – era il 18 maggio 2023 – la macchina organizzativa per il concerto di Bruce Springsteen si rivelò efficientissima e l’evento fu un successo. All’epoca, il regista dell’operazione era Fernando Ferioli. All’indomani dell’annuncio, è ragionevole immaginare che un know-how come il suo, vista la complessità della messa a punto di un duplice appuntamento "per il quale sono attese centomila persone, possa essere utile". "Se Ferrara avrà bisogno di me, io sono a disposizione, al 120 per cento".
Ferioli, si aspettava l’annuncio di Vasco?
"È difficile aspettarsi notizie di questo tipo. Però posso dire che sono molto contento per la città nella quale per circa un anno ho lavorato impegnandomi per realizzare il concerto del Boss del 2023".
Le due date del tour del Blasco il prossimo anno sono la conferma dell’efficacia della macchina organizzativa di due anni fa?
"Voglio pensare che in qualche modo lo sia. Ferrara con il concerto di Springsteen ha fatto, su input dell’amministrazione e in particolare del sindaco Alan Fabbri, un salto culturale ritagliandosi un ruolo di primo piano in un mercato – quello dei grandi eventi e dei grandi concerti – in cui in precedenza non era presente".
Cosa rese virtuosa la macchina organizzativa del 2023?
"Come event manager vissi per circa un anno all’interno dell’amministrazione, a stretto contatto con i dipendenti del Comune. Per me è stata una componente fondamentale poter avere un confronto diretto con loro. Le racconto un aneddoto".
Dica
"Il 18 maggio, quando arrivarono le balle di fieno da spargere sul parco per evitare di sprofondare nel fango (erano i giorni drammatici dell’alluvione) mi trovai accanto molti dipendenti e dirigenti comunali che mi aiutarono. Fu bellissimo".
I contatti non furono però solo interni all’amministrazione.
"No, da subito decidemmo di confrontarci con tutti gli attori coinvolti nella filiera organizzativa. Dalla Barley Arts alle associazioni di categoria, passando per le associazioni di soccorso finendo con la Croce Rossa. Poi, a livello istituzionale, ci fu una sinergia con Prefettura e Questura. Un lavoro mastodontico".
Quanto durò?
"Iniziammo a lavorarci nel luglio del 2022. Poi si entrò nel vivo negli ultimi cinque mesi. Gli ultimi due furono un crescendo. Le due settimane prima del concerto, un delirio. Lavorammo anche di notte. Però, il concerto di Vasco, rappresenta per questa città una sfida nella sfida".
Che cosa intende dire?
"Sono pubblici diversi. Con Bruce molti erano stranieri, basta pensare che un migliaio venivano dagli Usa. Il pubblico del Vasco è sostanzialmente italiano. Prevedo un maggior afflusso di automobili, che dovrà essere gestito in maniera efficace".
Quello del traffico fu uno dei fronti più dibattuti anche due anni fa.
"È così, avevamo timore che l’afflusso e il deflusso di veicoli potesse congestionare la città. E invece andò tutto liscio. Con Vasco, però, ci saranno ancora più chiusure, essendo l’evento spalmato su due giorni"
Calendario alla mano, è meno di un anno…
"Sì, penso che la struttura organizzativa in qualche modo sia già al lavoro e che dopo l’estate si entrerà davvero nella fase più ‘calda’ della messa a punto. Ma Ferrara sono certo che sarà all’altezza".