La mareggiata si ’mangia’ la costa Lidi flagellati, a rischio la stagione

Rimossi ombrelloni e lettini, l’acqua invade gli stabilimenti. Sos degli operatori: "Interventi subito"

La mareggiata si ’mangia’ la costa  Lidi flagellati, a rischio la stagione

La mareggiata si ’mangia’ la costa Lidi flagellati, a rischio la stagione

di Mario Bovenzi

Vento a 90 chilometri all’ora, alta marea di un metro, un’ondata di bassa pressione che ha scaricato pioggia e ancora pioggia sulla costa. Gli stabilimenti balneari sono stati invasi da un’ondata d’acqua, il mare è salito fino a lambire le strutture che hanno riportato danni molto ingenti. Il livello d’allarme, dopo una pausa nel corso del pomeriggio, è mano a mano cresciuto fino a toccare il punto massino tra le 21 e le 22 quando l’onda di marea, sulle ali del vento, ha invaso il nostro litorale. Il danno, dicevamo, di cui solo in un secondo tempo si avrà l’esatta misura. E la beffa. Da alcuni giorni gli stabilimenti erano tutti attrezzati con ombrelloni e lettini. Ora gli operatori balneari chiedono di fare presto, bisognerà correre ai ripari in tempi brevi. Rialzare la testa dopo un’ondata di mare, danni e rabbia che si è portata via tutti i lavori fatti per sistemare le spiagge. Ci sono in gioco la stagione turistica, il futuro di famiglie, di piccole imprese, il lavoro per tanti giovani. Una giornata drammatica anche nei nostri porti. Sacchi di sabbia, assi, barriere già dalla prima mattinata a Goro e Gorino. Allarme a Porto Garibaldi. "Ci siamo chiusi, in queste ore stiamo incrociando le dita, non sappiamo dopo il passaggio di questa violenta perturbazione cosa troveremo nelle concessioni di cozze e vongole", le parole di Vadis Paesanti, uomo di mare, vicepresidente Confcooperative FedAgriPesca. Che alza gli occhi al cielo, scuro come la pece, quasi a chiedere un aiuto dall’alto. Se Sparta piange, Atena non ride. Fortissima la preoccupazione degli imprenditori della costa che hanno seguito con il fiato sospeso il trascorrere delle ore, uno stillicidio nel cadere della pioggia, tra le folate di vento diventato sempre più freddo, schiaffi sul viso nel mulinare della sabbia. Gianni Nonnato, presidente del consorzio Lido Nazioni, titolare dello Chalet del Mare come tanti suoi colleghi già nella mattinata ha cominciato con il personale a rimuovere tutti gli ombrelloni. "E’ passata la Protezione civile nel tardo pomeriggio – racconta – ci hanno invitato a togliere tutto quello che c’era sulla spiaggia, spiaggia che già il mare aveva invaso nel corso della mattinata". Supera i tre milioni l’investimento fatto dalla Regione Emilia Romagna per salvare le spiagge, si chiama tecnicamente ’ripascimento’. Ieri, già nella mattinata, il mare si era ripreso tutto, schiumando tra gli ombrelloni, fino ai muretti di protezione, fino alle strutture degli stabilimenti. "Un lavoro, un investimento azzerato – sottolinea Nonnato –. Ora bisogna correre ai ripari. Ci troviamo all’inizio della stagione, al suo debutto. Una stagione fortemente compromessa, dobbiamo fare qualcosa". Per salvare un’economia, posti di lavoro. Volti scuri, preoccupazione tra la popolazione e gli imprenditori dei sette lidi. Nicola Ghedini, gestore del Bagno Kursaal di Lido di Spina, è il presidente di Cna Balneari. Una storia la sua che porta lontano, era portavoce già dal 2018, imprenditore tra ombrelloni e lettini da una vita.

"Non abbiamo fatto in tempo, quando ci siamo accorti di quello che stava succedendo – racconta – il mare era già salito, aveva invaso il litorale". E guarda gli ombrelloni immersi in un pantano d’acqua che sembra ribollire. "Qui tutti avevamo allestito le spiagge, un danno enorme – sottolinea –. Bisogna intervenire a breve, il mare si ritira e lascia sale e disperazione. Il sale rovina tutto. Ci siamo misurati con la tempesta perfetta. Alta marea, bora a 90 chilometri all’ora, bassa pressione che ha schiacciato il mare". E sarà un’altra giornata senza sole, sui porti e le spiagge che il mare si è mangiato.