"La nostra impresa vive grazie al sole"

Con i pannelli sul tetto coppia alimenta il forno per ’cucinare’ la ceramica "L’amore per la natura premia"

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Elisabeth Occhi e Sergio Arce, marito e moglie, credono nella natura. "Siamo ambientalisti convinti", spiegano, le mani sul tornio che gira e disegna forme e fantasie. Da 24 anni lavorano la ceramica grezza per produrre oggetti per la casa, orecchini e collane, bicchieri e stoviglie. Rigorosamente artigianali. Due vite che si sono incontrate. Lui uruguayano, era orafo a Buenos Aires, poi era andato a cesellare gioielli in Spagna. Lei, dopo essersi diplomata al Dosso Dossi, ha partecipato ad un corso della Comunità Europea rivolto ai giovani, per aiutarli ad aprire un’impresa. "Io ho 44 anni, lei 45 portati molto bene", dice. Occhi negli occhi, due cuori e un tornio. Così è nato a Serravalle il laboratorio artigianale, che hanno chiamato Pachamama, parola degli indigeni sudamericani che significa amare la natura. E loro il pianeta l’hanno a cuore. Vivono in una casa con il tetto di pannelli solari, le galline nell’aia. "Ci ha salvato il nostro amore per l’ambiente, ci hanno salvato quei pannelli solari sul tetto della casa. Adesso con i costi dell’energia alle stelle avremmo dovuto chiudere. Il costo per fare andare il forno a 1200 gradi sarebbe stato fatale". Invece quei pannelli danno loro energia e un futuro. A loro ed ai due figli di 6 e 16 anni. "Accendere il forno a 1200 gradi – racconta Arce – equivale a fare un occhio nero al pianeta". Si fanno l’energia in casa per il forno dove ’cucinare’ la ceramica. "Nella vita tutto torna – riprende – senza l’investimento nel solare, fatto quando non c’erano incentivi, non saremmo qui a raccontare questa storia". La coppia è molto attenta a non sprecare. Un esempio di questa lungimiranza? "Abbiamo comprato la materia prima che ci serve per la produzione di tutto l’anno – dicono –, abbiamo acquistato argilla e smalto. Così abbiamo bloccato il costo per 12 mesi e in questo modo ho tenuto i prezzi dell’anno scorso". La loro ceramica, ci tengono a precisare, è a chilometri 47, la distanza che li separa dalla città. "Facciamo anche stoviglie per la casa – concludono –, oggetti che hanno il timbro alimentare, siamo tra i pochi ad essere iscritti al Moca. E invitiamo i colleghi a seguire il nostro esempio, una garanzia per loro e per i consumatori".

Mario Bovenzi