La prima del film sui settant’anni di Sgarbi Il Po, l’amore per i genitori e la sorella, gli amici

Presentato al Torino Film Festival, con la regia di Elisabetta Sgarbi e le musiche degli Extraliscio. Le congratulazioni del sindaco Fabbri

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C’è anche tanta Ferrara nel film ‘Vittorio in un tempo fuori dal tempo’, girato per il settantesimo compleanno del sottosegretario alla Cultura e presidente della Fondazione Ferrara Arte Vittorio Sgarbi e presentato ieri al Torino Film Festival, con la regìa di Elisabetta Sgarbi (che si firma anche come Betty Wrong) e le musiche degli Extraliscio. Ci sono i contributi, le testimonianze, i ricordi affettuosi di amici e amministratori locali.

Come quelli del sindaco Alan Fabbri (“Vittorio? Un amico. Chi lo dipinge come il ‘cattivo’ non ha capito il suo modo. Io penso di averlo capito e ne sono felice”), del vice Nicola Lodi (“il suo pregio? Vede lontano, agisce e risolve i problemi), dell’assessore Marco Gulinelli (“una sola parola: unico. Ha un cuore da bambino. Mi mette in crisi con i suoi orari notturni, ma possiamo dire che questo aiuta a essere sempre svegli”). Proprio Gulinelli, ieri a Torino, è stato ambasciatore dell’amministrazione nel capoluogo piemontese per la prima del film. Film in cui compaiono tanti altri ferraresi.

Il celebre scrittore Roberto Pazzi colloca Vittorio Sgarbi “fra il don Giovanni e il superuomo. La sua fragilità - sottolinea - avvalora la sua forza”. E poi da Ferrara le parole di affetto arrivano anche dai contributi video di Moni Ovadia, di Marcello Corvino, direttore del Teatro Comunale, di Pietro di Natale, direttore della Fondazione Ferrara Arte, di Francesca Filauri, nel cda del Teatro, della dottoressa Marisa Roncati e della giornalista Anja Rossi.

L’ambientazione della pellicola parte dalla nave Stradivari, salpata per il 70esimo compleanno da Boretto, l’8 maggio scorso, con circa 150 ospiti a bordo, tra amici, conoscenti, giornalisti, personaggi del mondo dello spettacolo, dell’arte, della musica, della cultura tutta - con l’obiettivo di raggiungere il territorio ferrarese e quindi il delta del Po, un viaggio che si è fermato prima per una secca del Po, ma comunque ricchissimo di colpi di scena e di tanta festa, documentato (“anche in maniera un po’ affettuosamente ‘dispettosa’”, come ha sottolineato la sorella Elisabetta) dalla telecamera del direttore della fotografia Andrés Arce Maldonado e con la ‘complicità’ di Eugenio Lio. “Una festa mobile che ti porta dove non sai, nella dimensione del viaggio”, l’ha definita l’attuale sottosegretario.

Dal Po il ‘set’ si sposta a Milano, per riprendere alcuni dei momenti salienti di un’altra festa, quella che al critico d’arte ha dedicato Francesco Micheli, presidente di Ferrara Musica. Ma è al Grande Fiume che Sgarbi riserva le parole di maggiore vicinanza, perché “il Po - dice - è il fiume di mio padre, dell’amore dei miei genitori”. Rina e Nino, a cui il film è dedicato. E al termine della proiezione le parole del celebre critico d’arte qui tornano: “Rimpiango il vento del fiume”. Dei complimenti e dei commenti raccolti dice: “Tanti mi danno del generoso, penso che la forza si dimostri facendo qualcosa che altri desiderano”.

“Vittorio non lo conosco. Continuo a conoscerlo e perciò lo amo”, sintetizza Elisabetta Sgarbi che il 3 dicembre a palazzo Rocca di Chiavari riceverà il premio Ambasciatore della Parola, istituito dal Festival della Parola, destinato a chi si è distinto in ambito culturale, artistico o scientifico. “Un premio meritatissimo e per cui mi complimento con Elisabetta, che è un punto di riferimento nel mondo della cultura e che ha saputo fondere sapientemente le arti e valorizzare l’identità profonda della nostra terra”, dice il sindaco di Ferrara Fabbri.