La resilienza è rosa. Dalla crisi alla rinascita, l’impresa di tre donne: "Il segreto? Una piadina"

La Camera di commercio: "Le aziende femminili danno prova di forza". Madre, figlia e zia si inventano il lavoro: l’attività produce pasta fresca. Dal negozio alle fiere, riforniscono anche alcuni locali della città.

Dalla crisi alla rinascita, l'impresa di tre donne. "Il segreto? La piadina"

Dalla crisi alla rinascita, l'impresa di tre donne. "Il segreto? La piadina"

FERRARA

Il lavoro? Se lo sono inventato. Anzi, hanno fatto un passo in più. Si sono inventati un’impresa. E’ la storia di tre donne, madre, figlia e zia che si sono trovate ad un certo punto della loro vita davanti ad un bivio. Una di loro aveva perso il lavoro in un’azienda di pulizie; l’altra all’improvviso senza impiego dopo la chiusura dell’attività. E così, complice una piadina, hanno aperto lungo via Eridania un negozio che sforna piadine e pasta fresca. Nella squadra rosa ci sono Doriana Fantoni, 66 anni, mamma di Ilaria Randoli, 40 anni. "Cristina Fantoni è mia zia", spiega Ilaria, dallo stand ’Adesso pasta’, allestito in piazza Ariostea per la fiera che si è svolta nei giorni scorsi. Quando l’attività nel negozio, che hanno aperto a Santa Maria Maddalena, cala un po’ loro prendono armi, bagagli e piadine e partecipano alle fiere. Non solo in piazza Ariostea, sono state anche ad ’Autunno ducale’ sempre a Ferrara. "Era il 2022", racconta ancora Ilaria Randoli. Riforniscono anche locali in città, tra questi l’Emporio San Lorenzo, eccellenze della enogastronomia in quella vetrina che si affaccia in pieno centro, piazza Ariostea. "Come mai la piadina? Meglio se lo chiedete a mia zia", risponde ancora Ilaria. Cristina Fantoni, 60 anni, il grembiule, l’impasto ormai pronto, spiega: "Lavoravo come estetista, ma volevo avere qualcosa di mio, una mia attività. Ho tanti amici a Rimini, lì la piadina è il piatto forte. Mi sono fatta spiegare come si fa. E adesso eccomi qui, ed ecco il mio lavoro". E mostra quel cerchio, sul tagliere di legno. "Perché è così buona? Questo è un segreto, non posso certo confessarlo". Sulla maglietta hanno un simbolo, un tortellino. "No, è un cappelletto – precisa un po’ piccata –, i tortellini li fanno a Bologna. Noi facciamo invece cappelletti, piadine, cappellacci. Tra i sapori quello che più è gettonato, la zucca". Covid e bandiere bianche, saracinesche che si abbassavano, imprese che non riucivano più a fare quadrare i conti. In quel periodo Randoli resta senza lavoro, dipendente di una ditta di pulizie. Ancora ricorda con amarezza quei giorni. Amarezza che vive anche sua madre. C’è chi si sarebbe arreso, lacrime nel silenzio di quattro mura. Loro no. E poi c’era Cristina, un fiume di idee, passione per la cucina. Un esempio, il loro, del dato che emerge dallo studio della camera di commercio di Ferrara e Ravenna. E’ rosa la capacità di resistere, di ripartire. Capacità e passione che, a volte, vengono premiate.

"Ormai sono prodotti che non si trovano più – spiega Cristina, l’occhio ai minuti di cottura –, la pasta fresca, la stessa piadina fatta a mano sono molto ricercati. Abbiamo clienti che fanno chilometri per venire nel nostro negozio, tanti arrivano dalla città di Ferrara". Sì, si sono inventate un lavoro ma hanno anche salvato una tradizione che porta al passato, quando le sfogline erano numerose, la pasta in casa abitudine di famiglia. I tempi non sono più quelli, loro contribuiscono a far scivolare un po’ più avanti le lancette del cambiamento. Ilaria controlla la cassa, Doriana passa gli ingredienti, Cristina impasta. "Perché non provarci? Ci siamo messe in gioco. Il futuro alla fine ce lo siamo costruite noi". Farina, olio. Per carità, niente lievito. Altro non dice Cristina. "Non insistete, devo mantenere il segreto. Altrimenti che piadina è".

Mario Bovenzi