La ripresa è a tinte fosche "Crescita, ultimi in regione"

L’Ires fotografa una provincia che fatica a tornare ai livelli pre-pandemia. Calano redditi e salario e il numero degli occupati rimane pressoché invariato

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di Matteo Langone

Dopo il Covid, la guerra. E Ferrara fatica a tornare ai livelli economici pre-pandemia. La fotografia è quella scattata dall’undicesimo osservatorio Ires Emilia-Romagna che, ancora una volta, evidenzia dati tutt’altro che positivi per la nostra provincia. Basterebbe, in tal senso, un solo numero per descrivere il nostro territorio: nel 2021 la crescita è stata del 6,2% (bene l’industria, con un +11,8%, e le costruzioni, con +26,5%), la più lenta a livello regionale e, comunque, non sufficiente per recuperare quanto perso durante l’anno d’arrivo del virus. E non è finita qui. Perché se l’anno passato, una grande mano alla nostra economia l’aveva data il comparto delle esportazioni, il 2022 – causa il conflitto russo-ucraino – sta mostrando un trend tutt’altro che incoraggiante. Anche l’ambito della demografia di impresa, sempre in relazione al 2021, non è esaltante: +0,1% (tradotto: +25 imprese). E pensare che qui, senza gli incentivi statali in tema di costruzioni, il valore assoluto sarebbe stato addirittura negativo (-20 aziende).

Scorrendo rapidamente il rapporto, quindi, si notano altri parametri preoccupanti. La variazione – tra 2020 e 2021 – del numero di occupati e occupate è stata pressoché nulla (+0,2%), con le donne che hanno fatto maggiormente fatica a rientrare nel mondo del lavoro (le disoccupate sono salite del 19,3%). Sono calati reddito medio (-5,4%) e salario (-6,2%), mentre sono aumentati i contratti di apprendistato (+31,7%) e di somministrazione (+35,4%), con oltre l’80% delle assunzioni che comunque avviene sempre a tempo determinato. "Spiace constatare che quando le cose in Regione vanno male, qui vanno malissimo e quando invece in Emilia-Romagna vanno bene, qui vanno comunque benino – ha commentato Massimo Zanirato, segretario generale Uil –. C’è un problema strutturale e si fatica a vedere l’orizzonte. Serve una visione del futuro, se no tra dieci anni ci diremo quello che ci dicevano dieci anni fa". La frecciata è anche al mondo politico locale. In rappresentanza di questo, il presidente della Provincia ha ricordato che proprio oggi si terrà un incontro sulle prospettive di Ferrara: "Servono politiche che tengano conto di tutte le difficoltà – ha incalzato Gianni Michele Padovani –, comprese quelle delle aree interne". Urge, inoltre, puntare sulla transizione digitale ed ambientale, come ha suggerito Veronica Tagliati (segretaria generale Cgil), con un modello di sviluppo che metta al centro il lavoro e la parità sociale. È necessario, poi, puntare sui giovani. Ed è proprio su questo aspetto che si è soffermato, in conclusione, Mauro Giannattasio: "La marginalità di parte del mondo giovanile è sempre stata ragione di indebolimento delle società e delle economie – ha chiosato il segretario generale della Camera di Commercio –. In questa stagione di innovazione accelerata non dobbiamo permetterlo. La loro voglia di conoscere e costruire relazioni con coetanei di altri Paesi è una ricchezza, ma in questo scambio Ferrara non deve indebolirsi. Esistono anche strumenti per uscire dalla trappola demografica e, in tal senso, stiamo mettendo in atto un importante pacchetto di risorse a favore della genitorialità. Dobbiamo, insomma, essere più attrattivi verso le imprese, migliorando anche le infrastrutture, e verso le persone".