La Scuola di sviluppo: "Esperienza formativa e boccata d’ossigeno dopo il trauma Covid"

Leonardi e Melissano hanno appena concluso il ciclo di lezioni. Saranno tra i ’testimonial’ della realtà promossa da Confcooperative. "Ai nostri coetanei la consigliamo per orientarsi al loro futuro".

La Scuola di sviluppo: "Esperienza formativa e boccata d’ossigeno dopo il trauma Covid"

Ester Leonardi e Thomas Melissano, due studenti della Scuola di Sviluppo

La Scuola di Sviluppo territoriale è fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni quando diventano realtà. E in effetti la testimonianza di Ester Leonardi e Thomas Melissano – due alunni che hanno appena concluso il corso di studi – restituisce la dimensione entusiastica di un’intuizione – quella del direttore di Confcooperative, Ruggero Villani – di cui il nostro territorio aveva assoluta necessità: costruire la classe dirigente di domani. Ora, con Ester e Thomas, abbiamo ripercorso alcune tappe dell’iniziativa ("fondamentale, estremamente formativa", dicono) – appoggiata da molte associazioni di categoria e da un istituto bancario, oltre che da una fondazione, con la media partnership del Carlino – e abbiamo gettato le basi per il corso di quest’anno che, di fatto, si aprirà con la Summer School a Oasi Cannevié il 2 settembre.

Ragazzi, perché per voi l’esperienza alla Scuola di Sviluppo territoriale è stata "fondamentale"?

"Per noi è stato un vero e proprio percorso di crescita e di consapevolezza per ponderare al meglio le decisioni che riguarderanno il nostro futuro".

Lezioni con relatori d’eccellenza, esperienze a contatto con i leader locali e viaggi nelle aziende. Cosa vi ha lasciato tutto questo?

"Sicuramente ci è servito per avere una chiara rappresentazione della realtà che ci circonda e che, la stragrande maggioranza dei nostri coetanei certamente non conosce. Ed è anche per questo che ci sentiamo di consigliare questa esperienza ai nostri coetanei: non si capiscono realmente le potenzialità del territorio finché non ci si immerge appieno. Poi, per la nostra generazione, per lo più concentrata sui social e che ha subito il trauma del Covid durante il percorso scolastico, è una boccata d’ossigeno".

Una parte del progetto, lo shadowing, ha proiettato i ragazzi accanto ad alcuni leader territoriali, seguendoli nelle loro giornate di lavoro. Che esperienza è stata?

"Molto formativo anche lo shadowing. Ci siamo interfacciati non solo con mondi a noi per lo più ignoti, ma abbiamo compreso – per lo meno in parte – quali sono i ragionamenti alla base di alcune scelte che vengono assunte".

Voi avete appena concluso un percorso. Come ve la immaginate la Scuola del futuro?

"Senz’altro in continuità con il percorso avviato. La Scuola è un progetto di ampio respiro, che guarda al futuro. E, fra le tante cose interessanti, c’è la capacità di tenere assieme tantissimi attori diversi del territorio: dalla Camera di Commercio all’Università, passando per le associazioni di categoria e il mondo bancario. Non è scontato mettere assieme tutti questi attori attorno a un progetto di lungo respiro. Significa avere grande visione".

Il 2 settembre inizia la Summer School che introdurrà il prossimo ciclo di studi aperto ai rappresentanti di istituto e di classe degli istituti superiori della Provincia.. Voi alunni dell’anno 0, che destino avrete?

"Saremo in qualche modo gli ambasciatori della Scuola e ’passeremo’ il testimone ai ragazzi del nuovo anno. Ma non è finita. Per evitare di disperdere tutto il lavoro fatto, abbiamo immaginato un’associazione o fondazione, una community per tenerci tutti in contatto e lavorare a questo progetto (https://www.scuolasviluppoterritoriale.it/)".