Nella consulenza che il pubblico ministero Fabrizio Valloni ha disposto per fare chiarezza sulle cause dell’incidente – depositata alla fine di ottobre dello scorso anno – emergerebbe, come ipotizzato fin dall’inizio, un concorso di colpa tra gli indagati. Il consulente avrebbe con le sue conclusioni, individuato alcune responsabilità specifiche. A partire dalla persona della quale si era trovata la targa dell’auto nei pressi dello scavo dove ha perso la vita il ragazzo. Auto che avrebbe urtato la rete che era stata messa a protezione della buca in via Nuova, dove si stavano svolgendo alcune opere di sistemazione del canale che attraversa la strada, tra Pilastrello e Renazzo, prima del passaggio dell’auto a bordo della quale il quindicenne viaggiava insieme ai genitori, di ritorno da una partita di basket. Un comportamento che avrebbe limitato gli altri automobilisti nell’accorgersi dei lavori in corso Sembra però che anche la predisposizione della segnaletica sistemata dall’azienda che stava eseguendo i lavori fosse stata fatta in modo confuso, mancante peraltro, pare, dei necessari new jersey, che in caso di impatto non si sarebbero spostati, come avvenuto per la rete metallica. Da ciò la deduzione che se la protezione metallica installata dall’azienda fosse rimasta in piedi, il conducente dell’auto si sarebbe accorto del pericolo, anche se pare che la sua velocità non rispettasse i limiti indicati.
Cronaca"La transenna travolta ore prima"
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