Ferrara, blitz nel laboratorio tessile abusivo: lavoratori stipati nel capannone

La polizia locale sta accertando se ci sia stato sfruttamento di manodopera clandestina da parte del titolare

Blitz nel laboratorio tessile abusivo a Ferrara (foto Businesspress)

Blitz nel laboratorio tessile abusivo a Ferrara (foto Businesspress)

Ferrara, 10 settembre 2022 - Qualcosa di molto vicino all’inferno sulla terra, quasi sicuramente altrettanto cocente e sporco. Ecco come si presentava un laboratorio cinese nella zona artigianale, tra le vie Paganini e Puccini, nel quale, l’altro giorno, la polizia locale ‘Terre Estensi’, poco lontano del centro, ha trovato una quarantina di ‘mini-camere’ di due metri per due con letti e macchine da cucire. Le persone all’interno erano soltanto ventuno (fra cui anche un minorenne), ma si pensa che il via vai sia in linea con il numero di posti letto. In ogni caso, sette persone (fra le quali delle donne) sono risultate essere senza documenti e sono state, quindi, condotte alla Questura per i controlli necessari. Dopo gli accertamenti, sono state espulse. Nei guai il titolare che rischia di essere denunciato per sfruttamento del lavoro. I lavoratori, alla luce dei vestiti trovati, stavano realizzando capi di abbigliamento per marchi rinomati. Un aspetto sul quale la polizia locale vorrà vederci chiaro. I sospetti sul degrado all’interno sono stati confermai quando gli agenti hanno varcato la soglia dell’attività; anzi, come spesso accade, la realtà ha superato l’immaginazione.

Sfruttati con paghe da fame, nei guai il titolare a Ferrara

Tra materassi buttati per terra, lenzuola aggrovigliate e resti di cibo, c’erano anche le macchine da cucire, la spazzatura ammassata e angoli utilizzati per prepararsi da mangiare. Uno scenario di degrado impressionante, dove a impensierire gli agenti della polizia locale non sono state solo le condizioni barbare di lavoro, ma soprattutto il fatto che in quel groviglio di stanzette di lavorazione di abiti dormissero, vivendo notte e giorno in quel capannone in condizioni disumane. I vigili stavano indagando da tempo sull’attività. La spazzatura accumulata all’esterno, le finestre oscurate dalle tende sia di notte che di giorno, hanno generato non pochi sospetti. Così il comando ha pianificato un’operazione contro il lavoro sommerso. Al blitz hanno partecipato la medicina del lavoro dell’Ausl, la polizia amministrativa e il servizio edilizia del Comune. Quest’ultimo perché all’interno dell’attività sono stati creati ambienti che prima non c’erano senza chiedere alcun permesso. Pareti spuntate dalla sera alla mattina senza che il Comune ne fosse informato e, per questo motivo, è stato ravvisato anche un abuso edilizio. In queste camere di fortuna, del resto, senza aria con un caldo insopportabile, gli agenti hanno scoperto soprattutto donne molto giovani, quasi tutte senza documenti. Dormivano in giacigli spogli con i vestiti ammassati. Alcune di queste ragazze non sanno una parola di italiano. I vigili hanno dovuto, in alcuni casi, comunicare a gesti per cercare di approfondire la loro provenienza. Ogni situazione però è stata vagliata dalla Questura. Alla fine non è stata quantificato il numero degli espulsi.

La conferma arriva dal vicesindaco con delega alla Sicurezza, Nicola Lodi ( foto a destra ): "Ancora una volta la nostra polizia locale ha dimostrato di essere in grado di portare a termine operazioni di polizia giudiziaria che stiamo portando a termine con grande efficacia. Per la seconda volta è stata pizzicata un’attività condotta in modo irregolare. Qui i lavoratori venivano trattati come schiavi. Le condizioni igieniche erano disumane. Una situazione di degrado e sfruttamento che è stata smascherata dal nostro comando. L’attenzione nei confronti degli illeciti resta e sarà sempre alta".