REDAZIONE FERRARA

L’accusa: "Rubò e danneggiò 41 reliquie". A processo

Deve rispondere di appropriazione indebita e danneggiamento di oltre quaranta reliquie di "indubbio valore storico e culturale". Contestazioni che vanno...

La facciata del Duomo prima dei lavori

La facciata del Duomo prima dei lavori

Deve rispondere di appropriazione indebita e danneggiamento di oltre quaranta reliquie di "indubbio valore storico e culturale". Contestazioni che vanno dal 2017 e fino all’estate di due anni più tardi. Davanti al giudice – l’altro giorno si è celebrata la predibattimentale – è finito Riccardo Petroni (difeso dall’avvocato Pietro Pomanti del foro di Roma), il precedente custode delle reliquie della Diocesi di Ferrara e Comacchio, che fu nominato da monsignor Luigi Negri. Una vicenda nata grazie alla denuncia che fece nel 2019 don Ivano Casaroli, all’epoca arciprete della cattedrale dell’Arcidiocesi nonché presidente del Capitolo della stessa e che spinse gli uomini del comando carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale, a portare alla luce una serie di illeciti che avrebbe commesso Petroni. "Nella sua qualità di custode – si legge dal capo di imputazione –, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, si appropriava di 41 reliquiari e relative reliquie custodite negli armadi chiusi della cattedrale". Con la doppia aggravante di aver commesso il fatto "con violazione dei doveri inerenti la qualità di ministro del culto cattolico" e con abuso di autorità. Dei 41 tesori, il 23 maggio 2019 ne vennero recuperati 36, alla fine di giugno 2019 invece gli altri cinque.

Al capo B, l’ex custode delle reliquie, deve rispondere di danneggiamento e manomissione di parte di quei preziosissimi beni. Anche in questo caso con la doppia aggravante di aver commesso il fatto su oggetti destinati a pubblica reverenza e con la violazione dei doveri inerenti la qualità di ministro del culto cattolico. All’udienza di lunedì, rinviata poi a maggio per consentire al pubblico ministero di individuare con precisione la data dei fatti, si è costituito parte civile (attraverso gli avvocati Riccardo Caniato e Tiziano Tagliani) il Capitolo della cattedrale, il quale "ha rivendicato – spiega una nota della Curia – un ingente danno di natura patrimoniale conseguente alle ipotesi di reato al vaglio del giudice".

Già due anni fa, il processo era approdato alla fase dibattimentale, ma il tribunale aveva rilevato un profilo di nullità circa il capo di imputazione con riferimento all’elenco delle reliquie danneggiate.