L’appello della sinistra "Serve un’alternativa a questa maggioranza Basta palcoscenici"

Tra i 55 firmatari della lettera anche gli ex sindaci Tagliani e Sateriale "Ferrara ha perso capacità attrattiva, serve una nuova visione della città".

L’appello della sinistra  "Serve un’alternativa  a questa maggioranza  Basta palcoscenici"

L’appello della sinistra "Serve un’alternativa a questa maggioranza Basta palcoscenici"

di Federico

Di Bisceglie

Ha le fattezze di una chiamata (metaforica) alle armi. Una lettera-appello ai cittadini ferraresi per "costruire un’alternativa di centrosinistra all’attuale maggioranza politica che governa la nostra città". Scorrendo le firme di chi ha promosso questo documento, fra le tante, ci sono quelle dei due ex sindaci di centrosinistra: Gaetano Sateriale e Tiziano Tagliani. Se da un lato la campagna elettorale nel centrodestra è stata aperta dal senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni – che ha dichiarato di sostenere il sindaco uscente Fabrizio Pagnoni, così come Alan Fabbri a Ferrara – nel centrosinistra dopo l’idea del segretario comunale dem Alessandro Talmelli che propone l’ipotesi primarie, ecco la lettera agli elettori. L’estate, con questi presupposti, si preannuncia rovente. Anche perché il documento del centrosinistra intende "richiamare quali sono oggi le esigenze prioritarie della popolazione ferrarese che non vengono intercettate dall’attuale amministrazione. Nomi, al momento non se ne fanno. Tuttavia, l’auspicio che esprimono i firmatari della lettera è che "ai nomi dei candidati corrisponda un progetto amministrativo pluriennale, piuttosto che non solamente un simbolo di partito". Secondo la valutazione degli esponenti di centrosinistra "Ferrara, negli ultimi anni, ha perso la propria capacità espressiva e attrattiva". La Ferrara del futuro "non può – si legge nel documento – essere un semplice palcoscenico di attività ed eventi importanti: deve trovare una sua nuova identità". Il primo punto che viene sottolineato dagli esponenti del centrosinistra è quello legato all’invecchiamento della popolazione, per poi arrivare al tessuto produttivo "più fragile" che "deve essere consolidato da una domanda pubblica che non privilegi solo la distribuzione". L’obiettivo è "accrescere il benessere dei cittadini – prosegue il documento –. Far rinascere un sistema di servizi sociali diffuso è anche un’occasione strategica per creare nuove imprese e un lavoro stabile per i giovani".

In chiave futura, aggiunge il documento, "va definito un programma di riqualificazione e rigenerazione urbana che valorizzi la città anche dal punto di vista delle qualità dell’abitare e che aumenti una attrattività più stabile e consapevole dei giovani non residenti che vengono nella nostra città". C’è poi un passaggio in cui, in qualche misura, si allude alla riapertura delle circoscrizioni. "In ogni quartiere – così la lettera ai residenti – deve tornare a esserci un luogo in cui si interloquisce direttamente con l’amministrazione comunale. In ogni quartiere devono essere garantiti i servizi e utilities necessari al benessere dei cittadini". Dopo un passaggio sulla "città sostenibile", si arriva alla città universitaria. "La dimensione di Unife – scrivono – è ormai tale da richiedere la creazione di una città universitaria in grado di offrire un soggiorno dignitoso e non speculativo, sul modello dei campus universitari già sperimentati da anni in altre città europee". Questa è solo una parte dell’agenda di governo che auspicherebbero per il centrosinistra. Ora la volontà è quella di avviare "momenti di partecipazione dei cittadini alla definizione di un programma quinquennale di governo della città: un percorso condiviso dall’inizio, non la passiva ratifica di un manifesto elettorale già scritto da pochi". Tra i 55 firmatari: Irene Bregola (Articolo Uno), Barbara Diolaiti (Verdi), Massimo Buriani (Articolo Uno), Maurizio Chiarini (ex Hera), Loredano Ferrari (coop Castello), l’economista Andrea Gandini, i giornalisti Sergio Gessi e Francesco Lavezzi, Guido Barbujani, Vainer Merighi (Campo democratico), lo storico dell’Arte Ranieri Varese e il radicale Mario Zamorani.