FRANCESCO FRANCHELLA
Cronaca

L’astrologia in epoca estense tra storia e mito

Domani a palazzo Roverella il libro di Biancardi "Speculazione al crocevia di scienza e misticismo" .

Daniele Biancardi dialogherà con Riccardo Modestino

Daniele Biancardi dialogherà con Riccardo Modestino

Uno dei primi parametri per valutare la qualità di un lavoro di ricerca è la bibliografia. La bibliografia del libro di Daniele Biancardi, ‘L’Astrologia a Ferrara in epoca estense’ (Festina Lente Edizioni, 2025) inizia a pagina 239 e termina a pagina 301: sintomo di anni di lavoro e approfondimenti, di credibilità della ricerca. Poi c’è l’altro lato della medaglia, ossia come la bibliografia sia stata applicata nei testi. I due parametri, uniti, ci permettono di definire il testo di Biancardi uno strumento utilissimo. Per scoprirne il motivo, oltre all’acquisto del libro, ci sarà la presentazione dello stesso, che si terrà domani, alle 17, alla Sala Estense di Palazzo Roverella (dialoga con l’autore Riccardo Modestino).

Nel medioevo e nel Rinascimento, il tema astrologico – di cui il libro parla, trattandolo in ambito estense – non rappresentava soltanto un discorso astrale più o meno speculativo e metafisico: l’astrologia, all’epoca, era "un crocevia tra scienza e misticismo, frutto della complessa relazione tra sapere scientifico, credenze religiose e ricerca filosofica". Prendeva, in sostanza, molti aspetti della vita laica e religiosa, secolare e scientifica. In sostanza, astrologia e astronomia (la disciplina scientifica, quella "vera", così come la intendiamo oggi) coincidevano. Questo aspetto ha avuto inevitabili riflessi anche nella produzione di manoscritti e cicli di affreschi: un ritorno artistico, che oggi fatichiamo molto a comprendere. Basti pensare alla difficoltà interpretativa legata al salone dei Mesi di palazzo Schifanoia o a quanti abbiano ravvisato, nella cosiddetta Sala degli Stemmi di Casa Minerbi dal Sale (via Giuoco del Pallone), un complesso significato astrologico, senza tuttavia fornire chiavi di lettura sufficienti.

Due esempi significativi, in una manciata di chilometri quadrati. In Italia se ne conoscono a decine. Pochi, pochissimi, invece, sono i libri che affrontano, in via complessiva, il modo in cui un tema del genere sia stato vissuto in un preciso areale: così Biancardi fornisce un’utile introduzione alla storia dell’astrologia presso la corte estense, sviscerando il rapporto tra la disciplina e la città, tra astrologia, arte e produzione libraria, e affrontando in seguito il complesso ambito dei pronostici e delle profezie. Chiude il libro una ricca appendice, con la redazione di un dizionario degli astrologi ferraresi. Ma, in generale, si può definire ‘dizionario’ il libro di Biancardi nella sua interezza: un ottimo punto di partenza per future ricerche.