MARIO BOVENZI
Cronaca

Lavori sulla Statale 16, chilometri di coda

Argenta, da Ponte Bastia alla Celletta serpentone di auto e camion. Operai sotto il sole per ’gettare’ cento metri di catrame

Argenta, da Ponte Bastia alla Celletta serpentone di auto e camion. Operai sotto il sole per ’gettare’ cento metri di catrame

Argenta, da Ponte Bastia alla Celletta serpentone di auto e camion. Operai sotto il sole per ’gettare’ cento metri di catrame

Ore 11, statale 16, appuntamento con il caos. Una coda di veicoli in entrambi i sensi di marcia a causa di alcuni lavori per asfaltare un tratto della strada, una gettata di catrame – uomini e mezzi al lavoro a 37 gradi – lungo una striscia di poco più di cento metri. Le code, direzione Argenta, già dal ponte della Bastia. Con alcuni automobilisti fermi al bar per una sosta, stremati, al volante, una distesa di lamiere.

Un serpentone ininterrotto di camion e auto da San Biagio fino ad Argenta. Senso unico alternato regolato da un semaforo. E quando pensi che sia finita, ancora un altro cantiere poco oltre la celletta. Compressori e rulli che pigiano quella colata nera, che si avvolge ancora calda per le temperature inclementi alle ruote delle auto. Disagi non solo per chi era in coda. Un’impresa riuscire ad immettersi sulla statale, entrambe le corsie congestionate dal traffico.

C’è poco prima dei cartelli che indicano il cantiere – sempre dal ponte della Bastia direzione Argenta – un’auto della polizia. La rabbia cresce al volante, nello sbuffare dei camion. Sono quelli i chilometri maledetti che la variante di otto chilometri, dovrebbe contribuire ad alleggerire dal traffico pesante. C’è il via libera del consiglio di Stato, Anas ha occupato i terreni, sta sminando i campi. Ma i tempi saranno ancora lunghi, eterni per chi è costretto per lavoro ha passare sulla strada statale 16.

Una comunità con le dita incrociate perché i lavori finiscano, per alleggerire Argenta e le frazioni che si affacciano su quella striscia di cemento dal traffico pesante. Camion e camion. Sul parabrezza si legge ’Gladiatore’, il cassone è carico, merci e rabbia. In attesa che scatti di nuovo il verde in quel semaforo, pochi minuti, poi di nuovo rosso. Il motore che si surriscalda, i freni che stridono. A fianco campi di grano già tagliato, in fondo il verde del mais.

"Quando finiranno i lavori per la variante sarà comunque troppo tardi – dice un residente, lungo la statale, incerto se attraversare la strada, tra quella fila di bisonti –. Una giornata così non si dimentica". La coda aumenta, c’è chi si butta nelle laterali, cerca qualche strada alternativa per saltare l’ingorgo, direzione Ferrara. Mai così lontana sembra essere la città. Finisce il primo cantiere, ecco il secondo. Un operaio si sbraccia per indicare alle auto che devono muoversi, che possono passare. Il fumo che si leva, sotto le ruote, da quella gettata di catrame. Il rullo compressore che si allontana.

"Questa strada è maledetta, non c’è giorno che non ci sia traffico. Per percorrere pochi chilometri devi armarti di pazienza. Pazienza che sotto il sole finisce presto". Un colpo di clacson, il ragazzo alla guida di una Cinquecento grigio metalizzata non si è accorto che il semaforo è scattato, che c’è il verde. Colpa del sole, che stordisce dietro i vetri.