"Lavoro corale contro una banda agguerrita"

"Un lavoro corale per chiudere il cerchio nei confronti di una banda agguerrita che aveva determinato un grande allarme nella cittadinanza". È la frase con cui il questore Giancarlo Pallini descrive l’operazione Signal, l’attività di polizia che ha messo sotto scacco il clan nigeriano degli Arobaga Vikings, definito di stampo mafioso da una sentenza che, mercoledì, ha condannato a pene severe i suoi principali esponenti. Oggi Pallini è alla guida della questura di Bolzano, ma era al piano più alto di palazzo Camerini negli anni in cui questa importante attività mosse i primi passi, arrivando a contestare l’associazione di stampo mafioso. Un’ipotesi che fino a quel momento non era stata avanzata nemmeno nella precedente grande inchiesta sullo spaccio al Gad, l’operazione ‘Wall Street’.

"L’attività di polizia giudiziaria fu egregiamente coordinata dall’autorità giudiziaria e ben eseguita dalla squadra mobile (alla cui guida nel periodo in questione si sono avvicendati Andrea Crucianelli e Dario Virgili, ndr) – afferma il questore –. Va però ricordato anche l’impegno delle volanti per acquisire ogni fonte di prova sul territorio, della divisione Anticrimine, dell’ufficio Immigrazione. Quel lavoro ha permesso di depotenziare la carica di violenza e il senso di impunità di un gruppo che la faceva da padrone su un territorio a lungo sottratto alla libera fruizione da parte dei cittadini". Lontano anni luce dall’autoincensamento, Pallini riconosce il ruolo di ogni attore che ha operato in quella delicata fase, quando parlare di criminalità organizzata nigeriana sembrava ancora un esercizio di fantascienza. "Ogni organo dello Stato ha operato secondo le proprie competenze – prosegue –. I nostri uffici hanno lavorato giorno e notte per mettere in condizione l’autorità requirente e giudicante di avere capi di imputazione che reggessero. A Ferrara ho trovato una squadra di collaboratori affidabile e sono contento per l’esito del processo. Merito loro e della loro costanza nell’arrivare a una conclusione che non era facile prevedere".

f. m.