Sbloccare le pensioni, fissare un salario minimo nei contratti, abbattere il cuneo fiscale. Ma anche evitare il declino del petrolchimico, del comparto industriale e della sanità pubblica ferrarese: le problematiche nazionali e locali convergono nello sciopero generale proclamato domani a Cgil e Uil di Ferrara, che per la principale giornata di mobilitazione indetta in tutta Italia hanno annunciato un presidio di tre ore di fronte agli ingressi dell’ospedale di Cona. "Un modo - spiega la segretaria Cgil Veronica Tagliati - per sottolineare la necessità di salvaguardare la sanità pubblica contro scelte, come l’esternalizzazione dei servizi al pronto soccorso, che vanno nella direzione opposta".
Scelte che secondo Tagliati e il segretario generale Uil, Massimo Zanirato, evidenziano più di un punto in comune tra il governo Meloni e l’amministrazione Fabbri, a partire da un atteggiamento giudicato poco dialogante verso i sindacati fino alla "assenza di qualunque strategia industriale", che secondo i sindacati potrebbe avere effetti particolarmente gravi per il territorio ferrarese. A lanciare lo sciopero nazionale è la contrarietà di Cgil e Uil alla Legge di Bilancio del governo Meloni che andrà in discussione in Parlamento: oltre ai mancati adeguamenti di pensioni e salari minimi, Cgil e Uil criticano la soppressione del reddito di cittadinanza ("da rimodulare, ma indispensabile per migliaia di persone le cui uniche alternative sono la povertà o lo sfruttamento", afferma Tagliati), la possibile reintroduzione dei voucher e l’eliminazione dell’obbligo al Pos negli esercizi commerciali, che "strizza l’occhio agli evasori fiscali". Una serie di misure che secondo Zanirato "finiranno per alimentare il lavoro nero e l’evasione, mentre il 90% del gettito Irpef proviene dalle buste paga dei lavoratori dipendenti e dai pensionati".
Un capitolo a parte e particolarmente significativo per il territorio ferrarese è quello relativo alle politiche industriali, che secondo i segretari di Cgil e Uil "mancano in tutta Italia da decenni, e ormai i nodi stanno arrivando al pettine. Nessuno è intervenuto quando a Porto Marghera è stato chiuso l’impianto che riforniva di polimeri il petrolchimico ferrarese, e oggi abbiamo una preoccupante dipendenza da forniture estere mentre le aziende portano i progetti più importanti in altri paesi".
Secondo Zanirato "alla Vm di Cento è appena stato chiuso un accordo per 300 esuberi attraverso incentivi economici: in uno stabilimento che dieci anni fa contava 1.400 lavoratori, ora sono rimasti circa 400. Siamo tutti contenti se Eros Ramazzotti viene a suonare a Ferrara, ma se il territorio continua a impoverirsi come fa la gente a pagare i biglietti?". Una battuta che sintetizza il giudizio dei sindacati sulla giunta Fabbri, alla quale chiedono meno clamore mediatico: "Almeno a Roma la Meloni apre qualche tavolo di trattativa, mentre a Ferrara si parla solo di processi in tribunale e ci si fa le foto coi divi in visita. Nel frattempo il consiglio comunale non ha ancora discusso il bilancio e a gennaio il Comune rischia di andare in esercizio provvisorio".
Ruggero Veronese