FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Lavoro e cittadinanza. Referendum, urne aperte

Si potrà esprimere la propria preferenza oggi dalle 7 alle 23 e domani fino alle 15. Cinque i quesiti, si potrà scegliere sì o no. Cruciale il quorum al 50% più uno.

Un’elettrice ripone la scheda nell’urna (. foto di repertorio

Un’elettrice ripone la scheda nell’urna (. foto di repertorio

Urne aperte oggi alle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15. La parola sui referendum, dopo settimane di scontro politico, passa agli elettori. I quesiti sui quali gli elettori sono chiamati a esprimersi riguardano la disciplina dei licenziamenti illegittimi (scheda verde chiaro), norme sui licenziamenti e relative indennità nelle piccole imprese (arancione), contratti a termine (grigia), sicurezza negli appalti (rosso rubino) e, infine, il quesito sui requisiti per ottenere la cittadinanza (gialla). L’elettore, ricorda il Viminale, potrà esprimere il proprio voto tracciando un segno sul sì o sul no, accanto al quesito riportato sulla scheda. Chi vota sì chiede di abrogare la norma, chi vota no chiede di mantenerla. Cruciale è il quorum (del 50 per cento più uno degli aventi dirittto) senza il raggiungimento del quale l’esito sarà comunque negativo.

Il primo quesito, punta all’abrogazione della norma del Jobs act, varato dal governo Renzi, che ha limitato, nelle imprese con più di 15 dipendenti, il diritto al reintegro per i lavoratori licenziati senza giusta causa. Si reintroduce la possibilità di tornare al proprio posto di lavoro oltre alla previsione del risarcimento. Il secondo quesito riguarda le imprese fino a quindici dipendenti dove, con le norme attuali, il licenziamento illegittimo è punito solo con l’obbligo di un indennizzo economico non superiore a sei mensilità. Se dovessero prevalere i sì verrebbe restituita ai giudici la discrezionalità di indicare un indennizzo superiore. Il terzo quesito è sui contratti a termine. Con le norme attuali un datore di lavoro può assumere con contratto a termine anche senza indicare una causale specifica. Con la vittoria dei sì verrebbe ripristinato il principio della necessità di una motivazione precisa per il contratto non a tempo indeterminato. Il quarto quesito è sulla sicurezza negli appalti. Se la norma in questione fosse abrogata, il committente verrebbe chiamato alla responsabilità solidale, e cioè a garantire che l’indennizzo riconosciuto per gli incidenti sul lavoro sia comunque erogato, se l’impresa appaltatrice non lo fa. Quinto quesito, sull’accesso alla cittadinanza per gli stranieri non Ue e che sono regolarmente in Italia. La normativa attuale prevede un periodo minimo di 10 anni di residenza legale continuativa. Il referendum chiede di dimezzare questo lasso di tempo, ossia cinque anni.