FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Le reazioni dei sindacati: "Progetto importante in chiave reinserimento. Tanti i nodi da sciogliere"

Il Sappe: "Impegnerà i detenuti interessati a studiare, ma non è sufficiente. Rimane il nodo del sovraffollamento tra le mura della casa circondariale". Fns Cisl: "Scelta apprezzabile, ma comporterà un aggravio di lavoro".

Le reazioni dei sindacati: "Progetto importante in chiave reinserimento. Tanti i nodi da sciogliere"

Agenti di polizia penitenziaria all’Arginone (. foto di repertorio

Bene il progetto di un polo universitario penitenziario all’Arginone ma senza dimenticare le ormai storiche piaghe di cui soffre la casa circondariale estense. La notizia è fresca e i dettagli ancora pochi. In attesa di un incontro formale per chiarire gli aspetti tecnici, i sindacati di polizia penitenziaria commentano il progetto guardando ai due lati della medaglia: quello, innegabile, dell’opportunità di reinserimento dei detenuti e quello delle possibili ricadute su un personale già allo stremo. "Un progetto interessante, che impegnerebbe i ristretti interessati allo studio – è l’analisi di Francesco Tucci, segretario provinciale del Sappe –. Così avranno modo di trovare qualcosa da fare, anche nell’ottica del reinserimento. Per impegnarli si cerca di trovargli un lavoro, ma il budget non lo consente per tutti. Questa sarà sicuramente un’opportunità in più". Il pensiero del sindacalista cade poi sul maggiore dei problemi dell’Arginone e cioè il sovraffollamento. "Per quanto meritorio – puntualizza – questo progetto non risolve il nodo principale. Non credo inoltre che saranno in molti a usufruirne".

Il timore di Giovanni Rapposelli, segretario provinciale Fns Cisl, è che questa nuova iniziativa porti un aggravio dei carichi di lavoro per gli agenti in servizio tra le mura dell’Arginone. "Apprezziamo comunque la scelta – afferma il sindacalista – perché fornisce opportunità di reinserimento e può tenere occupata in una maniera efficace anche una fetta più grande di popolazione detenuta. Sicuramente, però, aumenterà i carichi di lavoro". Al momento, precisa il rappresentante degli agenti, è presto per commenti più approfonditi. "Abbiamo appreso la notizia ma non conosciamo ancora i dettagli – prosegue –. Bisognerà capire come organizzare il lavoro, ma non siamo stati ancora coinvolti. Nel complesso, comunque, si tratta di una iniziativa apprezzabile".

Quelli del sovraffollamento e della carenza di organico sono temi caldi per il nostro carcere e da tempo al centro delle proteste dei sindacati dei poliziotti penitenziari. A oggi, a quanto si apprende, i detenuti presenti tra le mura dell’Arginone sono circa quattrocento, contro una capienza che si aggira intorno alle 240 unità. A fronte di un numero ‘esplosivo’ di ristretti, gli agenti sono sufficienti per rispondere alle esigenze. Da qui i ripetuti appelli dei sindacati. Grida d’aiuto che però ancora faticano a trovare una risposta adeguata.