FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Le sfide della metalmeccanica "Polo chimico, appalti in calo Sito a rischio desertificazione"

Il punto del segretario della Fiom: "Dal cerchione in lega al motore diesel, persi migliaia di posti. Bompani, pressing sul ministero. Vm, sempre meno dipendenti. Manca un piano industriale".

Le sfide della metalmeccanica  "Polo chimico, appalti in calo  Sito a rischio desertificazione"
Le sfide della metalmeccanica "Polo chimico, appalti in calo Sito a rischio desertificazione"

di Federico Malavasi

Mancanza di un interlocutore politico nel confronto sindacale, istituzioni che portano avanti solo gli interessi delle imprese a scapito di quelli dei lavoratori e precarietà come strumento principe delle politiche industriali. Sono i tre mali di cui, secondo il segretario provinciale della Fiom Cgil Giovanni Verla, soffrono la galassia della metalmeccanica italiana e, a cascata, quella ferrarese. Anzi, secondo il rappresentante dei metallurgici, l’esempio estense è l’emblema di tali criticità, con la perdita di migliaia di posti di lavoro negli ultimi anni, l’addio al motore diesel alla Vm di Cento, il rischio di "desertificazione" del polo chimico e la crisi Bompani ancora in alto mare. La situazione che il comparto vive nella nostra provincia è stata approfondita nel corso del confronto che si è svolto lunedì al centro sociale il Quadrifoglio di Pontelagoscuro, nell’ambito della festa del Primo Maggio organizzata dalla stessa Fiom. Al dibattito, incentrato su lavoro e politiche industriali nel 75esimo anniversario della Costituzione, hanno preso parte Alessandro Somma (docente di Diritto comparato alla Sapienza di Roma), Gianni Cotugno (Fiom Emilia Romagna), Fausto Chiarioni (Filctem) e Fabrizio Tassinati (segreteria Cgil Ferrara).

A fare il punto della situazione del nostro territorio è il segretario ferrarese della Fiom. "Oggi – spiega Verla – le istituzioni suppliscono alla perdita di ruolo della politica nel confronto sindacale. Il risultato è che non c’è più una discussione dal punto di vista ideologico e il tutto viene appaltato alle imprese, le quali forniscono la propria rappresentazione. Risultato, le istituzioni portano avanti solo gli interessi dei datori di lavoro". Un quadro che si specchia nel panorama ferrarese. "Il declino del nostro territorio è un esempio – prosegue il segretario Fiom –. Dal 2010 i 2.800 dipendenti di Berco sono arrivati a quota 1.200. Sono ‘saltati’ settori come quello del cerchione in lega, con la perdita di un migliaio di posti di lavoro. Oerlikon ha perso 300 posti e poi, ultimo ma non per importanza, c’è il caso Stellantis. Abbiamo assistito a un’azienda che da 1.400 dipendenti è arrivata a 400 e ha cessato la produzione del motore diesel automotive, non sostituendolo e quindi decidendo di non investire più nel sito di Cento. Questo testimonia un’assenza totale delle politiche industriali del governo". L’analisi di Verla passa poi alle situazioni attualmente più ‘calde’: la Bompani, con i lavoratori ancora sul piede di guerra, e il petrolchimico. "Per quanto riguarda la Bompani – afferma il sindacalista – manca ancora la delibera da parte di Invitalia (per l’intervento da parte del Fondo di salvaguardia, ndr). Nel frattempo, l’azienda non è in produzione da ormai due mesi. È necessario che Comune e Regione pressino il ministero e Invitalia al fine di ottenere risorse e avere finalmente un piano industriale".

Per quanto riguarda le aziende metalmeccaniche che operano al polo chimico, per Verla, il rischio è quello della progressiva "desertificazione". Secondo il numero uno dei metalmeccanici estensi al petrolchimico servono "politiche produttive e non solo di ricerca e sviluppo. Nell’ambito del patto per il lavoro e per il clima Focus Ferrara avevamo fatto alcune proposte, tra cui il cracking elettrico. Vediamo invece che Basell fa investimenti in ricerca e sviluppo, mentre le produzioni le realizza in Germania, su quegli impianti di cracking che qui vengono chiusi (come ad esempio quello di Marghera, oggetto di un lungo braccio di ferro ndr). Tutto ciò ha una ripercussione sugli appalti, che si stanno sensibilmente riducendo. Le aziende metalmeccaniche all’interno del sito sono sempre più in difficoltà".