Lei paga ma la merce non arriva Ancora truffe, ecco come difendersi

Aveva ordinato un pezzo di ricambio per l’auto. I consigli della polizia

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Ennesima truffa via internet. Non accenna a placarsi il fenomeno dei raggiri messi in atto attraverso la rete: l’ultima vittima è stata una donna di Ferrara che ha denunciato alla polizia postale di non aver ricevuto la merce regolarmente pagata. La signora, che aveva bisogno di alcuni pezzi di ricambio per il motore della propria auto, ha trovato sul sito internet ‘Ecomotori’ un propulsore usato a 1.300 euro. Tramite Whatsapp, la donna ha contatto il presunto venditore e, con lui, ha concordato la modalità di pagamento, il bonifico bancario. Somma regolarmente girata all’uomo in poco tempo. Peccato che, poi la merce non sia mai arrivata. E c’è di più. Il truffatore, una volta ricevuto il denaro, ha disattivato il profilo utilizzato per pubblicizzare la vendita e l’utenza telefonica fornita in fase di contrattazione. Al termine delle indagini, così, gli agenti della polizia postale di Ferrara sono riusciti a rintracciare l’identità dell’autore del raggiro (risiede in un’altra regione) e a denunciarlo per truffa. Massima attenzione alle trappole della rete, ma non solo. Per questo motivo, le forze dell’ordine consigliano di seguire alcune semplici regole. Prima di affrontare un acquisto online è buona norma verificare l’attendibilità del venditore e stare in allerta in caso di prezzi troppo bassi, procedendo al confronto con altri siti. Poi, è necessario utilizzare un sistema di pagamento sicuro e che garantisca l’eventuale rimborso dell’intero importo (comprese le spese di spedizione), nel caso in cui il prodotto non venga consegnato o sia spedito danneggiato o diverso da quanto descritto. Ma non è tutto. E’ possibile, infatti, rimanere vittime anche di un’altra infinita tipologie di truffe: dall’abbraccio (con cui donne avvenenti sottraggono orologi e gioielli a uomini di mezza età) al finto tecnico, che si fa consegnare preziosi a domicilio, fino a quella ‘sentimentale’ perpetrata tramite i social o del finto avvocato. Come evitarle? Non aprire la porta agli sconosciuti o, comunque, chiedere di identificarsi tramite un tesserino. In caso di dubbio è bene contattare le forze dell’ordine ed è doveroso sapere che impiegati di banca, uffici postali ed altri enti pubblici (ad esempio l’Inps) non si recano mai a domicilio. Non lasciare nella dimora grosse somme di denaro, tenere sempre d’occhio chi entra in casa, non credere a sconosciuti che paventano di conoscervi e, se ci si sente osservati, chiamare le forze dell’ordine.

Matteo Langone