"Noi vogliamo chiarezza. Invece questa storia si ingarbuglia sempre più". Così Davide Riberti, padre di Leonardo, morto il 21 giugno scorso precipitando da una finestra dell’ospedale Maggiore; caso archiviato come suicidio e riaperto, senza indagati, dopo la denuncia dei genitori.
"Leonardo era in stato confusionale, certificano i sanitari del Sant’Anna di Cona che lo avevano trasferito lì poche ore prima – scrive il padre del ragazzo sui social –. Sua madre è stata sentita da un luogotenente dei Nas su delega della Procura un mese dopo" e il militare avrebbe avuto un "atteggiamento duro, per farle ammettere che si è trattato di un suicidio. Verità che metterebbe tranquilli tutti", prosegue lui, puntando il dito contro un testimone, un sanitario dell’ospedale Maggiore: sentito due volte, all’ultima si è presentato con l’avvocato e ha depositato una relazione scritta.
"A che gli serviva il difensore? Non è indagato – sottoliena il padre Davide – . Un dubbio in più su questa storia: noi vogliamo si accertino le responsabilità della morte di nostro figlio".
re.fe.