"L’ha colpita al petto e poi alla testa Così Saveri ha ucciso la signora"

Davanti alla Corte il detenuto Antonio De Carlo ha raccontato le confidenze ricevute in cella dall’imputato. Ma l’artigiano smentisce colloqui e omicidio: "Mai confessato a nessuno, perché non ho commesso nulla"

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di Cristina Rufini

FERRARA

"L’ha sorpresa mentre usciva dal bagno, dopo la doccia. In una mano ha un tubo idraulico e con l’altra, la sinistra, Saveri ha afferrato il coltello che si trovava su un comodino nella stanza del trucco e l’ha ferita alla mammella sinistra con tre fendenti. Lei è caduta in avanti e quando era a terra, lui l’ha colpito ancora molte volte alla testa con il tubo". Sono in sintesi i passaggi che Antonio De Carlo, pregiudicato, ha raccontato ieri in aula al processo per la morte di Rossella Placati, che De Carlo indica con "la signora". Passaggi dell’omicidio della cinquantenne che a dire di De Carlo gli sarebbero stati raccontati dallo stesso Doriano Saveri, che è accusato del brutale assassinio della sua compagna. Racconti che sarebbero avvenuti nel corso del tempo, quando De Carlo e Saveri erano nello stesso carcere di via Arginone. Insieme a loro, un terzo detenuto, Stefano Tarascio, in cella per scontare un lungo cumulo di pene. Anche lui avrebbe raccolto le confidenze tra le lacrime di Saveri sull’omicidio. Racconti che sia De Carlo che Tarascio hanno cristallizzato in alcuni scritti consegnati poi alla polizia penitenziaria del carcere, con allegati due disegni: uno di un coltello e l’altro con la ricostruzione dell’abitazione di Borgo San Giovanni dove il 22 febbraio del 2021 si è consumato il delitto. Un’illustrazione a parole e gesti molto dettagliata quella fatta da De Carlo alla Corte di Assise presieduta dal giudice Piera Tassoni, dietro le domande dei pm Stefano Longhi e Lisa Busato. Non confermata ieri però dall’altro detenuto che avrebbe raccolto le confidenze di Saveri, negli spazi comuni del carcere. Tarascio infatti si è limitato a rispondere una lunga serie di ’Non ricordo’ a tutte le domande che gli sono state poste. Anche di fronte alla proiezione in aula della registrazione di quando è stato sentito dai carabinieri in carcere, ai quali invece ha raccontato con dovizia di particolari quelle che sarebbero state le confidenze di Saveri. Ieri, però, un’amnesia totale, che ha fatto innervosire molto la presidente della Corte. Per la prima volta da quando è iniziato il processo, ha preso la parola l’imputato, per confutare il racconto di De Carlo. "Non ho mai confessato nulla, non ho commesso nulla e quesi disegni non li ho fatti io", ha sottolineato Saveri. Ma la lunga deposizione di De Carlo non si è concentrata solo sul momento dell’efferato delitto, ma anche nei passaggi precedenti. A partire dalla mattina, con la lite tra Placati e Saveri "e lei che lo minaccia con un coltello che poi lui le strappa dalle mani, ferendosi – ha raccontato ancora il detenuto, che è anche un ex collaboratore di giustizia – poi lui è uscito di casa, per tornare a sera, rientrando dalla cantina dove si è cambiato vestiti e scarpe, mettendonese un paio di un numero maggiore, per depistare gli investigatori, ha detto. Dove ha preso il tubo. Poi è salito dove era lei e l’ha uccisa. E’ sceso, si è cambiato di nuovo e ha gettato i vestiti in un cassonetto e le armi nel canale". Così conclude De Carlo, che Saveri smentisce in toto e Tarascio non ricorda.