
L’impennata dei prezzi Le famiglie tirano la cinghia, fare la spesa diventa un lusso
di Matteo Radogna
Alla tavola dei ferraresi c’è un ospite sgradito. È l’impennata dei prezzi ed è sempre più vorace. Costringe soprattutto le giovani coppie con figli a cambiare modelli di consumo, a comprare prodotti meno costosi e a fare rinunce. I ‘sacrifici’, però, non toccano tutti i settori: la cura del proprio benessere fisico non conosce crisi.
Nel primo bimestre 2023 la crescita maggiore è stata quella degli alimenti per sportivi (+26%) mentre la frutta secca ha messo a segno un aumento del 4,8%, entrando tra le prime 20 categorie che hanno registrato gli aumenti più rilevanti. Anche per le caramelle (più 6 per cento) e i cioccolatini (più 4%) i ferraresi hanno dimostrato di essere disposti a spendere di più. In ogni caso, il trend negativo dei consumi relativi agli alimentari, si conferma anche nella città estense. Tant’è che il cambiamento nelle abitudini ha portato a rivedere la lista della spesa, bloccando gli acquisti di alcuni alimenti di base (come pasta, latte fresco, kiwi e mele) ma soprattutto comprando di meno. I prodotti più costosi vengono lasciati sempre più sugli scaffali. L’anno scorso, ad esempio, l’olio extravergine di oliva ha perso il 5% delle quantità vendute nel Ferrarese, a fronte di un aumento medio del 14% del prezzo. E ancora, il prosciutto di qualità ha subito un calo a volume nei supermercati estensi pari al 10 per cento. Non solo. Le carni bovine hanno registrato un meno 5,1% e il pesce fresco ha toccato cali del meno 12,5%. I ferraresi, per risparmiare, hanno puntato sui cosiddetti alimenti rifugio. Le vendite nel 2022 di prosciutto cotto e mortadella sono cresciute rispettivamente del 4% e del 10,5%, così come le carni suine (+5,0%) e il merluzzo surgelato (+9%). Nei primi due mesi del 2023 i ferraresi hanno acquistato maggiormente i prodotti avicunicoli di quarta lavorazione (+6% a volume), le uova (+5,1%) e i biscotti tradizionali (+2,1 per cento). Per avere la conferma di questi numeri, basta mettersi fuori da un supermercato e attendere che escano in consumatori preceduti dal loro carrello. La formula è dolorosamente semplice: quando tutto costa di più la prima cosa che viene a mancare è il ‘lusso’. Questione di stringere la cinghia, come sottolineano i consumatori. "Sì, guardiamo tutti ai prezzi sugli scaffali – rileva Enrico Bolognesi –. Certo, si acquista di meno e si cercano le offerte. Se prima acquistavo merce diversa adesso mi concentro su meno prodotti. Vengo dalla provincia di Ferrara perché so che spendo meno in alcuni supermercati della città. Un rincaro? Il costo della pasta è raddoppiato". Gli aumenti sono sotto gli occhi di tutti per Nicoletta Dall’Olio: "La spesa grossa una volta alla settimana ma poi ogni giorni serve qualcosa. Ho due figlie grandi e i costi sono notevoli". Dora Gatto acquista meno carne: "Ma in ogni caso cerco ancora la qualità. L’inflazione si sente: è quasi tutto raddoppiato". Agrippino Russiello e Carmela d’Angelo fanno la spesa utilizzando l’app sul cellulare: "Ci dice dove acquistare le cose a prezzi accessibili. Quindi la nostra spesa viene fatta in più punti vendita. Carne e pesce ormai costano più dell’oro. Una spesa che prima costava 200 euro ora supera i 300 euro". Franca Dirani risparmia sui prodotti per la pulizia: "E’ una delle cose che ritengo meno importante. Sugli alimentari sto attenta ai prezzi, ma cerco comunque la qualità. La salute viene prima di tutto".