Ferrara, 19 maggio 2022 - Carla Malavasi se ne sta seduta ad una delle panche con il marito, insieme compilano il foglio che dovranno consegnare al medico. E’ per loro la quarta dose. "Ce l’ha consigliata il dottote", dice fiduciosa mentre suggerisce al marito cosa barrare e cosa no. Un passo più avanti, già vicino alle seggioline, allineate nella stanza ancora gremita di persone, ci sono Lina con i suoi 93 anni e la nipote, Elisa Checchi, la mascherina nera che sembra fare da sfondo a due occhi azzurri come il mare. All’ingresso, vigile con il suo scanner per misurare la temperatura fissa ormai al verde fronte dopo fronte, Tiziana Andreose indossa la sua divisa che sembra luccicare come nelle grandi occasioni. Ciak, si gira. Scene dell’ultimo giorno all’hub vaccinale della fiera. Protagonisti e interpreti ancora tanti cittadini che, schierati in bell’ordine, erano lì con i loro sorrisi disegnati dalla fiducia per quel vaccino che, declinato in diversi nomi e marche, ci sta portando fuori da un tunnel fatto di decessi e contagi, speranze alternate alla delusione di trovarsi di nuovo con i piedi nel pantano del Covid. A 450 giorni dall’apertura e dopo centinaia di migliaia di dosi somministrate, si spengono le luci su quei petali colorati che sormontano la scritta ’L’Italia rinasce con un fiore’, vaccinazione anti-covid 19. Cartelloni che, nel periodo più nero di questa pandemia venuta da lontano e che non ha risparmiato nemmeno uno spicchio di mondo, sembravano vacillare davanti all’onda di rinati contagi, delle varianti ancora non del tutto comprese. 450 giorni, un anno e mezzo, nell’Hub Ferrara Fiera diventato quasi una seconda casa per medici ed infermieri. "Un segno di speranza", così definisce la chiusura della struttura Lucia Borrelli, infermiera. Quasi una famiglia la loro, che si sono turnati a gruppi di 10-15 oltre ...
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